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Archive for febbraio 2009

i tre nani!

24 febbraio 2009 Lascia un commento
  
   

     

Vivere è tutto sommato un esercizio abbastanza complesso, al giorno d’oggi.
Ormai sono diversi anni che cerco di riempire con la passione i vuoti quotidiani a cui sono esposto, come del resto tutti gli altri intorno a me.
Sottratto il lavoro quotidiano, ciò che mi resta, ed è poi ciò che da il senso vero alla mia vita, è solo un conglomerato di frammenti interstiziali fra lavoro, funzioni fisiologiche e sonno. In questi pochi attimi devo cercare di esprimere ciò per cui sono venuto al mondo….complesso, direi…
Per riuscire a cogliere tutti gli attimi che mi si offrono durante la giornata, quale scelta migliore che rivolgersi ai tre nani?
Piccoli, bianchi (no, non è una questione razziale), diversi tra di loro, non sono affatto adatti al giardino di casa vostra come si potrebbe pensare, ma piuttosto a farvi cogliere tutti gli attimi possibili.

I tre nani: istruzioni per l’uso.

Nano 1: Korg NanoKey
Carino. Poco più che un giocattolo (sembra), in effetti parrebbe il più scarsino dei tre, il più leggerino come peso, materiali e funzioni (apparentemente).
Leggo il manuale, e scopro molte funzioni “nascoste”, una modalità CC completamente programmabile mediante il software di controllo (non incluso nella confezione, ma scaricabile dal sito Korg cinese gratuitamente): il Korg Control Editor, carino e ben fatto, utile alla configurazione di tutti e tre i Nano Controller.
Attraverso il software, tutti i tasti della keyboard possono essere liberamente assegnabili ad un diverso CC, o impostabili in modalità Toggle (on off), oppure in modalità spot, o infine disabilitato. A sinistra della tastierina, su cui si possono fare fantastici slide con le dita per il ridotto spessore laterale dei tasti, ci sono 6 bottoni quadrati blu, utili a cambiare ottava (il led cambia colore a seconda dell’ottava scelta), ad applicare la modulation e il picth bend (up and down) previsti per il suono selezionato, ed infine ad attivare la modalità CC.

 
Nano 2: Korg NanoPad
Solido e ben costruito, è probabilmente il migliore dei tre, grazie soprattutto alla presenza di un touchpad, su cui sarà possibile effetture rullate, colpi Flam (sdoppiati, come nelle batterie acustiche), alcuni controlli essenziali come volume, pitch bend, modulation etc., e controller liberamente impostabili, sempre attraverso il software Korg Control Editor. Completano e riempono il resto dell’interfaccia 12 pad quadrati gommosi , che possono inviare messaggi di nota, controller, oppure essere utilizzati come semplici bottoni ad una o due posizione, che possono essere quindi impiegati per triggerare loop o i samples oneshot tipiche delle drum machine.
 
 
 Nano 3: Korg NanoControl
Di pregevole fattura, bellino solido, è costituito da 9 fader verticali (tipo mixer), 9 rotativi, 18 piccoli e quadrati, gommosi, retro illuminati, liberamente impostabili (sempre tramite Korg Kontrol Editor). Questa moltitudine di controlli (36), viene inoltre moltiplicata ulteriormente per le quattro scene presenti (36×4=144 controlli), ma non è ancora finita qui: i più importanti sono infatti quelli, retroilluminati, rettangolari e pur sempre gommosi, che consentono di controllare la “sezione di trasporto” presente in uno qualsiasi dei sequencer software disponibili per PC o Mac (io l’ho provato con Reason…perfetto!)

Che dire…sempre che, invece del driver midi standard di XP si utilizzi il driver midi fornito dalla Korg, comperando l’intera famiglia sarà possibile ottenere un mare di funzioni veramente completo, dal controllo di synth, drum machine, sequencer multitraccia etc.etc.. Basta però averne anche solo due, il secondo e terzo nano, per avere tutto il necessario a cogliere l’attimo, sempre, suonando in mobilità.

Categorie:Mobile Studio

PMA-5: controllarlo con Midiquest XL? Oppure?

20 febbraio 2009 1 commento
Sono finalmente riuscito a far funzionare correttamente la patch per MidiQuest XL dedicata specificamente al PMA-5.
Il percorso è stato abbastanza tormentato, perchè non era affatto evidente, a primo acchitto, che la patch riguardasse esclusivamente la modalità GS del PMA-5, e che non fosse altrettanto utile per editare i preset con cui sono realizzati i vari Styles (o almeno per farne il dump sysex). 

  


      
   
L’editor della Soundquest è abbastanza buono, anche se l’interfaccia è un po’ pesantuccia come impiego di risorse grafiche…ci sono comunque vari punti di forza, primo fra tutti la possibilità di utilizzare la patch come un VSTi plugin (un controller midi virtuale formato VSTi).
Quindi, l’editing del suono che si può fare sul PMA-5 con questo software, non riguarda mai la peculiarità che invece contraddistingue di più questo “palmare” musicale targato Roland: gli Styles e le funzioni di arranger.
A mio avviso, utilizzando un editor come SCedit (originariamente per win 3.1, ma perfettamente funzionante anche su XP), si dispone di possibilità identiche (forse qualcuna in più!) rispetto a quelle offerte dal ben più costoso Midiquest XL.
   
   
  
    

Anzi, dirò di più, Scedit è pure più grazioso e leggero come interfaccia….Se poi SCedit non riuscite a trovarlo, per editare i suoni del PMA-5 potete utilizzare anche Canvasman, con le stesse funzioni, anche se l’interfaccia è meno accattivante e più spartana.
Per quanto riguarda la modalità Styles del Personal Music Assistant, non resta che utilizzare l’editor proprietario Roland, ma non quello per Win95 con l’interfaccia in cinese (!?), ma quello per Win 3.1, che, strano a dirsi, è molto più completo del gemello maggiore (come funzioni) e fortunatamente ha la UI completamente in inglese.
    

 
      
Categorie:Computer Music

Kaossilator: il synth sulle dita

18 febbraio 2009 2 commenti
   

Ho finalmente acquistato il mio Kaossilator…è molto grazioso nel suo vestitino plastificato giallo banana, con la ghiera di protezione in alluminio serigrafato.

Molto simile ad un giocattolo… accendendolo, però, il suono che ne esce non è troppo "giocattoloso", anzi, i 100 preset ripresi dal Radias spaziano dall’analog "cattivo" ai bassi di diversa natura, dai pad di accordi vaporosi ai numerosi drum kit, fino ad interi loop ritmici (costituiti da più pattern ciascuno).
Ogni suono reagisce al touchpad in modo diverso: ad esempio in alcuni preset l’asse verticale controlla cutoff, quello orizzontale la resonance, in altri l’asse x per l’apertura del riverbero e l’asse y per il volume dello stesso, oppure l’inviluppo e la velocity etc. etc.
La piccola scatola gialla funziona inoltre come un registratore di loop (li campiona, non ne registra l’origine midi), e si possono sovrascrivere più layer uno sull’altro, utilizzando preset diversi e quindi la relativa automazione tramite touchpad.
Con un meccanismo di "fix, cancel" è possibile inoltre fare l’undo dell’ultimo layer sovrainciso.

Cercando su Google ho trovato poi varie undocumented features, tra le quali la possibilità di registrare loop di 16 battute, invece delle 8 possibili in modalità standard (ma rinunciando al meccanismo di "fix, cancel") e una modalità nascosta di test.
E’ un po’ come avere una fabbrica di loop sulla punta delle dita, ti puoi facilmente creare del materiale di base da utilizzare successivamente (ad esempio con Ableton Live) per costruire song più articolate e complesse. 
Tramite un utilizzo live, come è facile verificare dai vari video disponibili su Youtube, si possono comunque creare brani strutturati, completi di fills ritmici e linee strumentali incrociate (grazie sempre al meccanismo di "fix, cancel", disponibile nella modalità standard a 8 battute).
Un vero must per fare musica in giro per il mondo…
Categorie:Mobile Studio