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Archive for settembre 2009

Scoperto dopo: Dstar, sequencer MIDI per DS

13 settembre 2009 Lascia un commento
 
  


    

Avevo provato molte volte a caricare e provare sul mio DSlite questo homebrew, ma l’unica cosa che avevo ottenuto era una schermata nera persistente.
Ieri, durante un’ennesima prova, sono riuscito ad avviare una vecchia versione del 2006, molto più limitata rispetto all’ultima versione disponibile (fine 2007).
Il concetto di base era molto semplice: un sequencer a 16 note, ciascuna con un proprio volume, e 3 CC definibili a piacere per ciascuna delle 16 posizioni. 
Impostazione del tempo, del canale midi, e soprattutto, della lunghezza del pattern, che risulta completamente variabile per ciascuna delle sue caratteristiche (nota/volume, CC#1,CC#2 e CC#3,  indipendentemente l’una dall’altra). Dato che mi sembrava molto interessante anche questa versione un po’ più datata, ho deciso di voler capire meglio la ragione per cui l’ultima versione del software non funzionava altrettanto bene sul mio DSlite
Purtroppo la versione meno aggiornata di dstar funzionava solamente in coppia con l’interfaccia midi aggiuntiva (quella di natrium42), per cui il fatto di essere riuscito a far funzionare il sequencer aveva di per sé poco significato: non emetteva comunque alcun suono… Leggendo meglio il manuale, ho potuto constatare che era proprio il midi ad imperdire al mio DStar di avviarsi: una volta lanciato il DSMI (ovvero il server midi wifi disponibile anche per Windows), e dopo averlo configurato in modo che l’output puntasse a qualche risorsa sonora effetiivamente funzionante, ho potuto finalmente verificare che Dstar ultima versione si avviava e mostrava tutte le sue nuove caratteristiche. Non più la limitazione ad un solo pattern e ad una sola voce, ma 6 piste distinte, e soprattutto, 16 frasi intercambiabili (a tempo, come nel DS-10).
Poi, provando le varie combinazioni di tasti, ho scoperto che R + B = copy, mentre R + A = paste (tutte le 6 piste presenti nel pattern, contemporaneamente).
Con R + frecce destra e sinistra = ci si può spostare da pattern a pattern (tra i 16 disponibili). Con R + start = si salva invece l’attuale memoria, ritrovandola caricata al successivo avvio del sequencer.  Con L + frecce destra e sinistra = ci si può invece spostare tra i diversi canali all’interno dello stesso pattern (per completezza: con A si avvia in play il sequencer, X inverte la direzione di lettura e Y fa il re-trigger dell’attuale frase).
La cosa veramente geniale, e che avvicina in qualche modo questo Dstar al nascente Seno DS, o all’incredibile Hexatone per ipod/iphone, è senz’altro la lunghezza variabile degli elementi (indipendenti gli uni dagli altri), caratteristica che permette un uso particolarmente creativo del software. 
  
Categorie:Nintendo

Una su mille: applicazioni audio per ipod come funghi!

8 settembre 2009 Lascia un commento
Nel continuum sconfinato di applicazioni audio per ipod, ormai solo raramente esce qualcosa di memorabile.
E’ vero che è appena uscito Sunvox, applicazione crossplatform giunta finalmente all’ipod/iphone (come ormai lungamente preannunciato)….ed è certo che in fatto di complessità della tessitura sonora, il tracker modulare crossplatform non ha avversari possibili al momento….
Ma di programmi “comunque” completi, come ad es. Intua Beatmaker, c’è ne è appena uno ogni mille (come Sunvox molti di meno…).
Le applicazioni che hanno superato ultimamente la soglia della mia attenzione sono davvero poche, e tutte molto simili in quanto a funzioni offerte (tutte fanno tutto, o almeno, pretendono in qualche modo di farlo)…
Pare che siano di moda i mini-studio, totalmente integrati, completi di effetti, sequencer multitraccia con piano-roll, e soprattutto, suoni campionati di buona qualità (ma purtroppo non aggiornabili dall’utente….ma ancora non hanno imparato? Griff non le faceva già, tutte queste cose?)
OK, i suoni sono al di sopra della media delle wavetable standard dei sintetizzatori e delle schede sonore di qualche hanno fa, perchè ormai la ram non costa più niente e i sample sono dei multi campionamenti completi di un proprio attacco e rilascio “naturali” (cioè non looppati e smarginati schematicamente con l’ADSR del synth). Quindi, dovendo fare un demo velocemente, il mini-studio ha proprio tutto quello che serve per non sfigurare e mantenere un buon livello, pur lavorando su un ipod (magari  quando si è temporaneamente fuori casa)…ma per chi invece sente più vivo il richiamo della sperimentazione sonora, beh, forse questo tipo di ministudio non è proprio quello che serve (meglio Noise.io Pro, Sunvox, lo stesso Beatmaker, oppure iSyn, Hexatone, RangRid, Megasynth etc.etc.).
I due prodotti migliori (e simili) su questo versante (i mini-studio integrati e completi, dallo strumento singolo al prodotto finale mixato) sono iSequence e MusicStudio: entrambi con suoni campionati precaricati (55 il primo e 23 il secondo), effetti, sequencer multitraccia, export di file audio.
    
   

 


iSequence
è versato al sound più spiccatamente sintetico: molti suoni di synth (pad, synthbass, lead etc.), vari kit percussivi, vari tipi di delay, un sequencer multitraccia che simula quelli delle drum machine vintage (ma senza automazione dei parametri: non pare che questa sia una delle funzionalità più gettonate, ultimamente…ma Griff, Bajhis Loop non hanno insegnato proprio niente? Possibile che , almeno per anzianità, non abbiano definito uno standard “minimo” per i mini-studio portabili?).  A parte questo, unica grossa mancanza apparentemente non motivata: nessun controllo del pan…i suoni hanno una buona immagine stereo, ma non possono essere distribuiti nello spazio a piacere…
iSequence è molto essenziale anche nell’interfaccia, meno vistosa di quella di MusicStudio, ma non per questo meno ben fatta. Tutto si risolve infatti  in una sola schermata (a parte il mixer con il delay, comunque raggiungibile da qui), a beneficio di una estrema versatilità e semplicità d’utilizzo.

   

 
     

MusicSudio offre invece suoni più basici, tipicamente elettro/acustici, ma molto belli e “grossi”, inoltre una dotazione più completa di effetti (equalizzatore, delay, riverbero, distorsore) e un sequencer più completo, almeno nel senso tradizionale del termine (forse troppo…). 
Mentre iSequence esporta contemporaneamente audio e midi, MusicStudio esporta solo wav, anche se carica le sue canzoni in formato proprietario da Pc/Mac (tramite browser).
E’ evidente che dal punto di vista dell’appeal commerciale, MusicStudio ha una marcia in più proprio per la sua interfaccia grafica accattivante e ben disegnata (come si può cogliere a colpo d’occhio dalle immagini poco sopra): molto d’effetto, ma forse a me fanno ancora più effetto altre caratteristiche (come il numero di suoni disponibili, o le concrete possibiltà di export delle song, magari  per passarle in midi sulla mia DAW SMP e utilizzare allora come campioni i suni “veri” del mio AKAI…)
Importanti update con funzioni aggiuntive sono già pre-annunciati, non resta quindi che attendere e vedere cosa accade nel concreto…
E’ certo che i presupposti per un buon prodotto ci sono davvero tutti (in entrambi i casi)!
    

  
Categorie:iOS devices