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OMAC, WIST e Background Audio: le nuove mete su iPad

29 novembre 2011 Lascia un commento

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Qualche tempo fa la possibilità di connnettere il mio cavo usb-midi al CCK dell’iPad mi sembrava già di per sé una conquista da sogno. Qualche mese prima, il Line 6 Midi Mobilizer mi aveva deliziato oltremodo permettondomi di connettere l’hardware midi tradizionale, collezionato per anni, e di farlo collaborare concretamente con le app iOS che avevano aderito allo standard e avevano implementato la porta midi 3rd party. Con l’acquisto del secondo iPad, l’affermazione definitiva del CoreMidi e la possibilità di connettere le due periferiche tra di loro, all’inizio via cavo (utilizzando da una parte il Line 6 Midi Mobilizer, dall’altra il Camera Connection Kit) e successivamente tramite un network wifi midi, mi avevano permesso di destinare le due porte fisiche delle device agli altri miei strumenti elettronici: finalmente un solo grande sistema midi ibrido, in parte hardware, in parte software (la bassa latenza del software ormai lo permette).
Ma quello che é accaduto negli ultimi mesi é stato il passo definitivo che ha consacrato davero l’iPad come periferica concepita principalmente per fare musica. Nessun’altro tipologia di applicazione su iPad é riuscita a sfruttarne cosí profondamente le risorse hardware… Verrebbe quasi da scrivere frasi come: l’audio é la sua funzione ‘naturale’, é stato ideato apposta…ed infatti dovrebbe far riflettere la presenza del CoreMidi già da diverse release. In realtà, CoreMidi insieme a CoreAudio, sono le uniche funzionalità davvero ‘verticali’ in iOS, le sole con un grado di complessità da ‘vero’ sistema operativo.
E adesso, per giunta, su iOS é iniziata l’era del virtual midi ….

La Open Music App Collaboration (OMAC), è l’alleanza degli sviluppatori iOS che hanno ideato un sistema per far dialogare le applicazioni audio/midi tra di loro (sullo stesso iPad, ma anche su iPad diversi). Oggi, dopo una fase iniziale di startup e di stabilizzazione degli standard, finalmente stanno raccogliendo i frutti del loro lavoro.
Tutto questo è possibile perchè gli sviluppatori hanno individuato un modo per inviare segnali midi da una applicazione iOS all’altra, come anche le regole secondo le quali queste applicazioni devono comportarsi, per esempio disabilitando l’audio engine di una delle due per liberare il processore.
Un musicista iOS può finalmente combinare synths, sequencers, controllers, e sperimetare in modo creativo connessioni finora inedite.
Forse è sbagliato entusiasmarsi troppo per questa nuova possibilità, potrebbe sembrare una conquista minore passare i dati midi da una applicazione all’altra, invece è davvero l’inizio di tutto se si vuole davvero fare dell’iPad una device per fare musica a livello pro. Un po’ quello che è successo a suo tempo con i vstinstruments: in quel caso però tutto accadeva dentro a Cubase, che funzionava come ambiente virtuale, nel caso dell’OMAC, invece, è iOS ad agire da ambiente comune.
Il virtual midi per iOS trova tuttavia il suo paragone piú calzante con l’interfaccia audio software ‘Jack’ presente nelle varie distro Linux con vocazione musicale (es. Agnula).
Anche in quel caso, infatti, per tutto ció che riguarda audio e midi ci si appoggia ad un sottosistema (Jack, appunto) e ad esso fanno riferimento tutte le applicazioni istallate per le necessarie interconnessioni virtuali.

Oltre ad OMAC, su iPad c’è anche WIST (Wireless Sync-Start Technology), il nuovo standard collaborativo di casa Korg che permette di far partire in sync due o più applicazioni (tra quelle che aderiscono allo standard) su periferiche iOS distinte.
La trasmissione del segnale di sync tra device è garantità dal bluetooth. Oltre alle app di casa Korg, il numero di applicazioni che aderiscono a questo standard è in continuo aumento: in questi giorni ad esempio è diventato compatibile Addictive Synth, mentre lo erano già da tempo Tabletop, Rebirth, Arctic Synth, NLog, Bassline etc.

Perchè tutte queste tecnologie siano in grado di funzionare cooperativamente è necessario che tutte le app mantengano il loro focus ‘sonoro’ anche in backrgound.
Quando un synth ha la capacità di funzionare in background e dispone di una qualsiasi implementazione midi, tramite l’utilityMidibridge‘ (6.99 €) sarà possibile connetterlo senza difficoltà a qualunque altro standard midi tra quelli disponibili su iOS (CoreMidi, Line6 Midi Mobilizer, Network Wifi Midi), anche se nativamente non previsto dall’applicazione.
Un esempio concreto: SampleTank per essere pilotato da un controller midi esterno ha bisogno della suo connettore dedicato, Midirig, prodotto dalla stessa IK Multimedia, altrimenti ci si dovrà limitare alla sola tastiera touch.
Con l’utility MidiBridge invece sarà possibile controllare SampleTank tramite Coremidi, oppure con Line 6 Mobilizer
Ma va ribadito che perché il ‘miracolo’ funzioni é essenziale che l’applicazione non interrompa il suo flusso audio/midi quando in background.
Non si tratta quindi solo di funzionare in multi-tasking, ma piuttosto di condividere l’hardware audio/midi. La possibilità di riprodurre background audio ha proprio questo scopo: permettere a varie applicazioni di accedere cooperativamente agli I/O dell’iPad. Questo tipo di funzionalità ‘avanzata’ ha bisogno di risorse e potenza di calcolo, si tratta in definitiva di eseguire piú applicazioni contemporaneamente: per questo é chiaramente piú indicato un iPad 2, ma se si presta particolare attenzione alla gestione del multi-tasking si possono ottenere discreti risultati anche su iPad prima versione.

Categorie:iOS devices

Alesis iO Dock per iPad: audio e midi in una sola periferica

15 novembre 2011 22 commenti

Ho deciso di utilizzare le schede audio/midi compatibili iOS acquistate fin qui (Line6 Midi Mobilizer, ION Mixmeister, iMic e  altre periferiche di tipo usb compatibili con CCK etc.) solo con il mio iPad prima versione, e comprare invece una nuova docking station audio/midi per il mio iPad 2: Alesis iO Dock….La Dock fornisce un set completo di collegamenti, con tutto il necessario per ottenere una qualità audio professionale, preamplificazione microfonica in Classe A e alimentazione Phantom per microfoni a condensatore, controlli separati per il gain del segnale in ingresso e registrazione a 24bit.

Questo il set di connessioni disponibili:

Ingressi
2 input XLR-1/4″ (TRS bilanciati): Ognuno dei due ingressi bilanciati TRS fornisce un controllo per il gain e l’alimentazione Phantom per microfoni a condensatore; gli ingressi possono essere usati singolarmente, come mono input, in modalita diverse selezionabili liberamente per ognuno dei due ingressi (guitar, bass, mic, line), oppure combinati in un unico segnale stereo.
Tramite un selettore a pulsante è possibile attivare il Direct Monitoring, che permette di ascoltare l’audio in entrata senza i ritardi standard dovuti alla latenza.

1 input midi DIN pentapolare, lo stesso formato midi standard presente negli strumenti musicali veri e propri

1 input midi usb: to host, unisce in una sola connessione usb sia input che output midi verso un pc o un mac…non è invece compatibile con le attuali periferiche midi usb quali controller e simili, perchè il connettrore midi usb non è alimentato

1 input per pedale d’espressione (FootSwitch), che può essere usato anche come controller buleano start/stop utilizzabile in associazione con uno dei sequencer coremidi disponibili attualmente su appstore

Uscite
2 output 1/4″ (TRS bilanciati): ogni uscita possiede un controllo indipendente per il volume.

1 output 1/4″ (cuffia): l’uscita della cuffia, tramite il selettore del Direct Monitoring, permette di alternare tra l’ascolto del segnale in ingresso non processato (nessuna latenza) e quello risultante dall’elaborazione audio (quindi con una seppur minima latenza)

1 output video RCA (composito): un’uscita video standard per collegare la Alesis iO Dock alla TV, al proiettore o al monitor del computer

1 output midi din pentapolare (vedi quanto scritto per l’input midi pentapolare)

1 output midi usb (to host, vedi quanto scritto per l’input midi usb)

La docking station possiede un proprio firmware (attualmente alla versione 1.05) che permette di mantenere aggiornata la periferica al variare delle funzioni del sistema operativo o della piedinatura del connettore dock dell’iPad, rendendola di fatto un investimento duraturo nel tempo (a differenza di altre periferiche audio/midi più economiche senza un firmware interno aggiornabile: ho verificato che spesso, in occasione delle major release del sistema operativo, molti degli accessori diventano di fatto inutilizzabili).
Compatibile anche con iPad prima versione, permette l’utilizzo di iPad 2 grazie ad un distanziatore che adatta perfettamente le dimensioni del vano ad incastro del dock.
Alesis IO Dock non è propriamente uno strumento portabile, visto che non dispone di una propria alimentazione a batterie, ma questa scelta del costruttore è giustificata dall’alto assorbimento elettrico della Phantom Power per microfoni a condensatore (48 volts).
Compatibile con una grande quantità di applicazioni audio/midi attualmente disponibili su appstore, risulta particolarmente interessante in congiunzione con Midibridge (6.99 €), che permette di collegare tra di loro i vari standard midi presenti attualmente nell‘iPad: CoreMidi (lo standard iOS utilizzato dagli output pentapolari presenti nel dock), Line 6 Midi Mobilizer, iRigMidi, midi wifi network (networked CoreMidi), usb midi tramite CCK.
Alesis iO Dock è senz’altro lo strumento idoneo per finalizzare le proprie produzioni audio/midi, iniziate magari ‘on the go’ con altre periferiche più portabili (ma meno fedeli): se con la musica fate sul serio, non potete farne a meno…

Categorie:iOS devices