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Samsung SAPA: bassa latenza finalmente anche su Android

10 ottobre 2017 Lascia un commento

Ad alcuni anni di distanza dall’uscita sul mercato del Note 4 (fine 2013) sono riuscito finalmente ad averlo tra le mani e ho potuto così esplorare a fondo la tecnologia SAPA di Samsung (SAPA=Samsung Professional Audio) che permette di ottenere anche su Android (ma solo per le device di punta della casa coreana) una bassa latenza per le ormai numerose applicazioni audio/midi.

In verità Samsung ha creato appositamente una propria DAW completamente gratuita (Soundcamp) in modo da vedere subito perfettamente a fuoco questa nuova SDK proprietaria, senza dover attendere i tempi fisiologici del mercato del software. Soundcamp è a tutti gli effetti l’app di punta di questa nuova tecnologia: un sequencer audiomidi corredato da una lunga lista di plugin gratuiti, da altri a pagamento prodotti da terze parti (pregevoli anche se non esattamente economici), da alcuni tool addizionali (metronomo, looper, tuner, smart composer etc.) ed infine da una pioggia di preset in vari formati (pacchetti di loops divisi per genere, template per Smart Composersoundfont di strumenti acustici ed elettroacustici con campioni di alta qualità etc.) anch’essi tutti scaricabili gratuitamente da Google Playstore e da Samsung Apps.

Dopo alcuni giorni di esplorazione mi sono fatto ormai un quadro abbastanza completo degli effettivi pregi e difetti di questa tecnologia e delle possibilità offerte dalla piena implementazione della propria SDK da parte di Samsung.

 

 

Ecco un rapido tour delle principali caratteristiche di Soundcamp e dei suoi plugin (effetti e generatori sonori).

SOUNDCAMP: il sequencer principale, gratuito ma destinato esclusivamente alle device Samsung di fascia alta, è un multitraccia audio/midi completo di automazione e funzionante come host basato su Jack, il  noto server audio/midi sviluppato per Linux ma ormai diffuso anche su molti sistemi operativi (ad es. reperibile in forma semplificata per Windows e per iOS).

Non mi dilungherò oltre sulle caratteristiche di Jack, in questo contesto è importante capire solo che SAPA non è altro che una versione proprietaria di Jack adattata da Samsung per Android… Finalmente anche su questo sistema operativo è possibile disporre di una tecnologia equivalente ad Audiobus/IIA per iOS, con funzionalità di interconnessione sia audio che midi e una latenza accettabile per suonare live senza troppe difficoltà.

 

 

La user interface di Soundcamp è in qualche modo copiata (nemmeno troppo velatamente) proprio da GarageBand per iOS (almeno come spirito generale), anche se, ad uno sguardo più approfondito, l’applicazione, almeno come struttura, non è altro che un sequencer audio-midi tradizionale (vista multitraccia con piste adagiate orizzontalmente, piano roll con grid per le note e spazio in basso per disegnare i principali controller midi etc.) mentre non sono presenti alcuni dei bonus tipici dell’app sviluppata da Apple, un esempio: la chitarra virtuale c’è ed è visivamente molto simile a quella di GarageBand, ma in Soundcamp non è dotata di auto-accompagnamento, come del resto anche nei vari synth manca il comodo arpeggiatore automatico.

VIRTUAL INSTRUMENTS/EFFECTS: Appena scaricato ed istallato, Soundcamp offre già gli strumenti di base per poter comporre, si possono tuttavia scaricare molti altri plugin addizionali (sia effetti che generatori sonori) che risulteranno ben più complessi e con molte meno limitazioni, sia gratuiti che a pagamento prodotti da terze parti.

E’ il caso, ad es., di Amplitube LE di IK Multimedia, messo a disposizione gratuitamente su Samsung App per tutti i possessori di un Note 4, o del fantastico synth Unique della Sugar Bytes, anch’esso completamente gratuito per i proprietari di una device Samsung (sulle quali possa girare Soundcamp, cioè quelle di fascia alta).

 

 

Questi sono solo due esempi, in realtà molte software house hanno creato una versione SAPA dei loro software di punta (la IK Multimedia ha portato su Android il multieffetto Amplitube, i generatori sonori Ilectric Piano, EZ Voice, iGrand Piano etc., oppure Retronyms che ha riprodotto per Android i suoi Phase84 e iMPC, come del resto Sonosaurus con ThumbJam, in origine anch’esso proveniente dal mondo iOS).

A questo si aggiungono inoltre applicazioni nate precedentemente su Android e che con l’uscita di Soundcamp sono state aggiornate con il supporto SAPA: l’esempio più significativo è Heat Synthesizer, un pregevole sintetizzatore per Android che finalmente può essere utilizzato anche all’interno di Soundcamp (attenzione! solo la versione a 32bit scaricabile da Samsung App è dotata di supporto SAPA, l’altra versione presente su Google Play Store è a 64 bit e non ha supporto SAPA, quindi è inutile affannarsi nel cercare di farla funzionare come plugin).

 

 

La lista completa dei plugin disponibili per questa DAW (sia gratuiti che a pagamento) è la seguente:

EFFETTI

  • Amplitube free/full/LE
  • Ezvoice free/full
  • S Autowah (free)
  • S Bitcrusher (free)
  • S Chorus (free)
  • S Compressor (free)
  • S Delay (free)
  • S Effects rack (free)
  • S Equalizer (free)
  • S Flanger (free)
  • S Gate (free)
  • S Guitar Amp (free)
  • S Harmonizer (free)
  • S Overdrive (free)
  • S Phaser (free)
  • S Pitch shifter (free)
  • S Resonant filter (free)
  • S Reverb (free)
  • S Ring Modulator (free)
  • S Saturator (free)
  • S Tremolo (free)
  • S Vocoder Synth (free)
  • Sugar Bytes Wow 2 (free)

GENERATORI SONORI

  • Keyboard: in realtà un lettore di soundfont con relativi effetti, purtroppo i preset sf2 sono solamente quelli free scaricabili da Samsung App: varie chitarre, pianoforti acustici e elettrici, archi etc….. per ora non ho trovato il modo per caricare soundfont personalizzate (free, in dotazione a Soundcamp)
  • Drum Machine, sia acustica che elettronica (free, in dotazione a Soundcamp)
  • Audio Recorderplayer/recorder di tracce audio (free, in dotazione a Soundcamp)
  • Sampler: campionatore con più sample riproducibili contemporaneamente in varie modalità, inviluppi definibili etc. (free, in dotazione a Soundcamp)
  • Looper: console di mixing dei loop con timestretching  automatico, uno dei pezzi forti di Soundcamp (free, in dotazione a Soundcamp)
  • Guitar: una chitarra virtuale con vari tipi di corda (free, in dotazione a Soundcamp)
  • Bass Guitar: un basso con più preset (free, in dotazione a Soundcamp)
  • Heat Synthesizer: sintetizzatore virtual analog con il proprio sequencer, effetti etc., versione demo gratuita, versione completa a pagamento. Attenzione! Solo la versione scaricabile da Samsung App (32bit) dispone di implementazione SAPA
  • iGrand Piano (free/full)
  • iElectric Piano (free/full)
  • S Bass Guitar: un secondo basso virtuale anch’esso con più preset (free)
  • S Maracas: simulazione fisica delle maracas che sono ‘suonabili’ attraverso i sensori di movimento del telefono (free)
  • S Sequencer Studio: l’altro pezzo forte di Soundcamp, un plugin addizionale che offre a sua volta un sequencer midi  per clip mono-strumento che risultano ciclabili in parallelo e si appoggiano alla  library di suoni GM/GS di sistema o a sf2/dls custom liberamente caricabili (free)
  • S Synthesizer: un synth virtual analog (free)
  • S Tambourine: simulazione fisica del Tambourine, anch’esso sunabile con i sensori di movimento del telefono (free)
  • Sonosaurus Thumbjam: performance sampler con molte potenzialità, particolarmente espressivo, versione dimostratuiva gratuita, versione completa a pagamento (dà la possibilità di scaricare una vasta libreria di preset gratuiti dal repository interno all’applicazione)
  • Sugar Bytes Unique: un synth virtual analog di ottima fattura in versione completa (free)
  • Retronyms Phase84: un synth virtuale scaricabile unicamente pagando, non esiste versione demo (Attenzione! se intendete acquistarlo fate attenzione al prezzo! su Samsung App è scaricabile con 3 ,50 € , su Play Store costa invece quasi 10 €!)
  • Retronyms iMPC: campionatore nel tradizionale stile AKAI MPC, idem come sopra, non ne esiste una versione demo gratuita ed è quindi scaricabile unicamente a pagamento da Samsung App


 

Come anticipato i due moduli più interessanti tra quelli messi a disposizione gratuitamente sono il Looper e S Sequencer Studio.

Il looper di Soundcamp è in tutto e per tutto analogo alla modalità loop presente in GarageBand (e di tanti altri looper multitraccia disponibili attualmente sul mercato come app standalone, tutti quasi sempre simili tra di loro, almeno come layout).

S Sequencer Studio è invece un phrase sequencer midi che sfrutta i suoni del General Midi in dotazione alla device (o anche soundfont custom liberamente impostabili) e consente di mettere in riproduzione vari clip midi, contemporaneamente in parallelo.

Oltre a questi due moduli particolarmente utili, in Soundcamp c’è anche una modalità autocomposizione (Smart Composer) che permette di tracciare la melodia graficamente su una grid data e lasciare poi che l’app crei autonomamente le strutture armonicuhe appropriate per la melodia appena tracciata (secondo vari stili predefiniti, anch’essi scaricabili gratuitamente da Samsung App).

Come detto ad inizio articolo Soundcamp utilizza Jack, per questo oltre alla possibilità di interconnessione audio tra gli strumenti virtuali, gli effetti e l’host, c’è anche tutta la gestione dell’interconnessione midi con il mondo esterno via usb OTG … grazie alla rinnovata bassa latenza, SAPA permette di attaccare un qualsiasi controller midi al telefono (in cui naturalmente sia in esecuzione Soundcamp) ed utilizzarlo live senza difficoltà insormontabili in modo del tutto inedito per Android: fino ad ora l’alta latenza ottenibile su questo sistema operativo non aveva mai permesso un simile risultato (almeno ad un livello che fosse minimamente professionale), finalmente da qualche tempo con SAPA siamo giunti agli agognati < 20 ms di latenza (che, pensate un po’, erano garantiti addirittura dall’iPad primissima versione… per tutti quelli che ancora non fossero convinti delle perduranti gravi lacune di Android in campo real time audio…)

Giudicando Soundcamp come possibile DAW per utilizzare davvero Android a livello produttivo, direi che ancora non siamo al pari di altri software più maturi (su tutti Caustic 3.2, Audioevolution, Stagelight etc.), ma che tuttavia fa ben sperare, e se l’utilizzatore ha le idee ben chiare su cosa comporre, può raggiungere comunque risultati accettabili anche con questa DAW gratuita targata Samsung.

Per ora, quindi, è buona norma iniziare una produzione con strumenti software di tipo mobile per poi trasferire il proprio lavoro, pista per pista, su una DAW per computer tradizionale dove poter finalizzare gli stem in punta di mouse. E proprio per poter fare questo passaggio in modo rapido lavorando direttamente su materiale audio (oltre che naturalmente per diminuire il carico sul processore se si volessero aggiungere ulteriori strumenti ed effetti virtuali) che in Soundcamp hanno introdotto anche la possibilità di fare il freeze delle tracce (come accade nel ben più costoso Cubase!).

Per concludere, alcuni tips addizionali per chi voglia davvero provare sul campo questa DAW:

  • per gestire correttamente SAPA ricordarsi di installare anche SAPAMonitorBMC, un’applicazione gratuita scaricabile da Samsung App appositamente studiata per garantire il corretto funzionamento del driver SAPA (l’applicazione andrà sempre avviata prima di Soundcamp)
  • l’automazione dei parametri del mixer di Soundcamp verrà riprodotta solo se sarà mantenuta visibile a schermo la pagina del mixer stesso; qualora si mantenesse invece aperta un’altra delle finestre della DAW i dati di automazione verranno in tal caso letti  parzialmente (credo che sia un bug, speriamo che venga risolto presto!)
  • Se disponete di un modo per visualizzare la vostra device su uno schermo secondario di grande dimensioni e attaccandoci un mouse, Soundcamp sarà molto più facilmente utilizzabile, permettendovi una libertà di movimento e una possibilità di definizione dei dettagli tipica dei software desktop.
Categorie:Android, Mobile Studio

Korg Volca Sample e le sue app

21 marzo 2015 Lascia un commento

Volca Sample

Mentre il mondo delle app musicali si sta velocemente ridefinendo (su iOS8 ultimamente c’è stato un ‘terremoto’ grazie all’introduzione di interapp e al ridimensionamento di Audiobus, su Android Lollipop è arrivata finalmente la bassa latenza e Soundcamp), prende sempre più piede il mercato delle microdevice dedicate esclusivamente alla produzione musicale.
La fortuna che in questi anni hanno avuto device come il Kaossilator, come il ds-10 per Nintendo ma anche come certi controller complessi (come Alesis io-dock, la serie di nano-controller della Korg o la tastiera 49/25 tasti e l’MPC della Akai) avevano fatto ben sperare per lo sviluppo di questo segmento del mercato.

korg Volca Series

Korg Volca Series

Qualche tempo fa ha fatto la sua comparsa sul mercato la serie Volca della Korg.
Le prime device uscite (Volca Bass, Volca Keys e Volca Beat) non erano niente altro che una tiepda imitazione della 303, della 606 etc. della Roland (sebbene con il midi), e non avevano riscosso la mia ammirazione incondizionata, anche se naturalmente offrivano molto di più (come implementazione e funzionalità) dei modelli a cui si ispiravano.
Ma il Volca sample è tutto un altro discorso, specialmente se considerato in tandem con i software dedicati che si trovano gratuitamente negli store.
Qualche dettaglio:
microdevice grande come un iPad mini (naturalmente non come spessore!),
– 100 suoni campionati preset
– un sequencer con 10 pattern e 6 song
– registra l’automazione dei molti controller associati ad ognuna delle 10 voci possibili
– possibilità di disattivare i singoli step
– presenza del riverbero (attivabile/disattivabile per ogni step in modo selettivo).
Completa il quadro un connettore midi in e un’entrata/uscita sync in/out, per poter dialogare con gli altri Volca o con altre device che usano un metodo di sync analogo (es. il Korg Monotribe).
Se il menù sonoro del Volca sample finisse qui, sarebbe comunque interessante, ma non così tanto…

Korg Audiopocket App

I 100 suoni presettati possono essere sostituiti con campioni custom tramite l’app Korg audiodesk, che mostra anche la forma dell’onda dei preset e permette di sostituire i campionamenti del banco default con wav custom di qualunque frequenza.
Tramite questa app originale Korg, disponibile per iOS, si possono eliminare tutti i campioni in un colpo solo, ripristinare i suoni di fabbrica o decidere quale preset sovrascrivere con le proprie wav personalizzate (anche tutti).
Ma sinceramente, a parte queste funzioni base, l’app Korg non offre molto di più.
Dato che Korg ha reso disponibile la SDK del Volca Sample, sono tuttavia state svluppate da terze parti interessanti app che permettono alcune funzioni in più rispetto all’app ufficiale della Korg, sicuramente quella più interessante è prodotta dallo stesso sviluppatore che ha creato Caustic, adesso disponibile sia per Android che per iOS e completo di tutte le funzioni che ci si aspetterebbero da un software di fascia medio alta, come implementazione MIDI, export delle tracce singole, bassa latenza, un synth modulare etc.etc.

Sample Cell Volca Editor

Sample Cell Volca Editor

Il software di Single Cell, oltre a garantire tutte le funzioni dell’app Korg ufficiale, mette a disposizione un editor audio completo con cui è possibile modificare il campione con una precisione al singolo frame, normalizzarlo, sfumarlo, eliminare il DC offset, mixarlo con un altro campione e soprattutto processarlo tramite effetti (gli stessi di Caustic), con preview in tempo reale. Gli effetti saranno applicati uno per volta, senza limitazione al numero di processamenti. E’ presente naturalmente l’undo e il redo e addirittura è possibile renderizzare il suono da un synth incluso con l’editor (menù tools):  è il synth sfxr, presente anche in Caustic come easter egg (è necessario attivarlo con un trucco, se volete che appaia anche nel vostro Caustic). Sfxr produce suoni da videogame molto carini per le percussioni, ma può essere usato per produrre anche altri tipi di suono.

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Se quindi consideriamo il Volca sample, in tandem con una device mobile qualsiasi, diventa una specie di estensione di Caustic, io l’ho provato sul Note 2 della Samsung, su iPad mini ultima generazione, su iPad standard, su Iconia A500, ma anche su PC/Mac, ed è stato sempre molto pratico.
Mentre con Volca Bass/Keys/Beat non era possibile fare una intera performance (se considerate come device singole), cone un Volca Sample singolo è possibile fare molto di più e in modo molto più completo: si tratta di campioni, quindi, virtualmente, di qualunque suono compresa la voce.
Se fossi io la Korg accenderei un bel cero che ci sono sviluppatori che riescono a garantire a gratis tutta questa qualità…
Visto il costo molto contenuto della device e le possibilità che offre, un pensierino, se fossi in voi, ce lo farei.

Caustic 3 su Android, iOS e Win

1 gennaio 2014 2 commenti

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Finalmente, dopo una attesa lunga mesi, è uscito Caustic 3, l’app nata per Android e che da sola meritava l’acquisto di una device con questo sistema operativo. Il salto in avanti che è stato fatto questa volta da SingleCell è enorme. Se Caustic 2 era una bella applicazione, la versione 3 lo è molto di più.
Ma vediamo le novità.
Caustic 2 aveva essenzialmente 4 tipologie di generatore sonoro: un synth a wavetable, una simil 303, un synth a campioni e una drum machine a campioni.
Gli ‘slot’ popolabili con questi generatori in Caustic 2 erano in numero ridotto, in tutto 6.
Anche la sezione effetti riservata al master era particolarmente limitata.
I vari parametri erano automatizzabili, ma senza possibilità di intervenire graficamente nell’editing.

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Caustic 3:
– molti nuovi tipi di generatore: un synth fm, un vocoder, un synth espressamente dedicato ai pad, un synth per suoni chip-music, un generatore di suoni d’organo, e per concludere, il pezzo forte, un modulare completamente configurabile con tanto di patch cords ‘old fashoned’ (con i cavi colorati!)
– 14 slot liberamente popolabili
– nuova sezione effetti per il master
– nuovi effetti insert per i canali
– modalità grafica di editing dei parametri sia a livello di singolo pattern che a livello globale dell’intera canzone
– nuovo editor di file audio integrato con tutti i comandi più tipici (cut, copy, paste, fades, normalize etc.) e con riconoscimento automatico del pitch prevalente del campione
– sempre dall’editor di file audio (che si apre cliccando sull’icona a forma di onda nel vocoder) è inoltre possibile accedere (attraverso ‘tools>>vocalize’) all’applicazione addizionale gratuitaVocality(scaricabile da Google Play Store), un sintetizzatore vocale che si appoggia sul motore TTS di Android (disponibile un pacchetto addizionale per le lingue eventualmente non presenti nella device: c’è anche l’italiano!). Le frasi prodotte da Vocality saranno automaticamente aperte dall’editor audio di Caustic 3, basterà premere semplicemente il bottone Render; la frase potrà quindi essere usata direttamente nel vocoder, utilizzando poi come carrier sia l’oscillatore interno del vocoder stesso, che un altro dei generatori sonori presenti in Caustic 3, a scelta.
– la modalità di programmazione di tutte le device è stata unificata, adesso tutti i generatori possono avere il piano roll e i pattern a scelta
– stesso discorso vale per il sequencer: molte le migliorie, come l’editing grafico dei parametri ricordato poco sopra
Caustic adesso espone un proprio ftp dal quale poter caricare e scaricare i file audio
– l’interfaccia audio è selezionabile (es Android audio o Open SLES a bassa latenza), il midi è stato perfezionato, la latenza complessiva midi/audio su sistemi 4.2 e sup è finalmente medio-bassa, comunque ampliamente utilizzabile a livello operativo.

 
caustic3-screens

La novità più consistente è comunque il modulare, la quantità e la qualità dei moduli di cui dispone, le possibilità infinite di configurazione ne fanno un piccolo capolavoro a sé stante.

scs_caustic3
Come se non bastasse, Caustic 3 è scaricabile gratuitamente nella sua versione per Windows, e si tratta della versione completa e perfettamente funzionante, non di una demo segaiola come ce ne sono molte in giro.
E per concludere, dato che il livello di una applicazione come Caustic 3 è ormai senz’altro analogo ad altre applicazioni simili per iOS, SingleCell non si è fatta mancare niente e l’ha pubblicato anche per iOS a 8.99 € , naturalment1e compatibile con Coremidi…adesso, se i developers di SingleCell riuscissero ad implementare rapidamente sia Audiobus che InterApp bus, con un colpo solo si porterebbe a casa il primato di miglior app audio cross platform….

Amo Nanostudio per iOS, ma non così tanto da non accorgermi se un’altra app, magari proveniente da un altro sistema operativo, le strappa gradualmente lo scettro….

(3d image rendering by Teotigraphix)

Korg Kaossillator: virtual vs real

4 febbraio 2012 Lascia un commento

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Ho comprato il Kaossilator giallo, quello con i suoni del Radias, ormai diversi anni fa (vedi questo articolo), e devo dire che tra tutte le periferiche portatili a pile che ho poi accumulato nel tempo (uno su tutti il Monotron), resta tutt’oggi quella che ha avuto un utilizzo piú concreto…la qualità dei suoni, la loro varietà, la possibiltà di registrare loops e sovraincidere piú layer con preset diversi, la meravigliosa capacità di fare undo se si sbaglia ad improvvisare durante la registrazione, ed infine l’arpeggiator ottenuto con un gate ritmico impostabile su pattern diversi, tutte caratteristiche che rendono il Kaossillator vincente tra le device della stessa fascia di prezzo (es. Korg Monotribe).
Recentemente, per un costo molto inferiore rispetto al Kaossillator hardware, ho acquistato anche iKaossillator, la versione virtuale realizzata da Korg come app per iOS, con tanto di funzione Wist (Wireless Sync-Start Technology) e AudioCopy/Paste.

 

ikaossilator_version-2

 

Intanto la disposizione dei controlli é solo lontanamente imparentata con quella della ‘cosa vera’. I colori dell’interfaccia richiamano piuttosto quelli della versione Pro del Kaossillator, tutto nero con i pulsanti colorati.

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In definitiva, a parte lo spazio di controllo touch yx, logicamente molto simile in tutte le versioni della device, i due strumenti più che essere uno il corrispettivo virtuale dell’altro sono piuttosto l’applicazione di una stessa idea con modalità profondamente diverse. iKaossillator é essenzialmente piú manovrabile nella miscelazone delle voci disponibili. La funzione di solo e mute dei singoli canali risulta particolarmente utile, e non trova un equivalente nella periferica hardware…se risulta necessario modificare solo una delle voci, basta selezionare il colore ad essa associato e reimpostare il preset e le note con il touch pad…nel Kaossilator vero si puó fare tutt’al piú undo dell’ultimo layer aggiunto, ma non piú di questo: non è possibile risalire alle voci registrate inizialmente per sostiuirle o modificarle…
Altro punto a favore della versione virtuale é sicuramente l’archiviazione dei loop prodotti, anche perché la versione hardware non ne dispone affatto: la sola memoria presente è quella volatile con cui la macchina lavora in real time, e l’unico modo per salvare il proprio lavoro é campionare direttamente l’output con una device esterna…
Ed ancora: con la versione virtuale si puó cambiare preset ad una frase appena registrata, cosa del tutto impossibile nello strumento ‘vero’ in cui le frasi vengono catturate direttamente come flusso audio già renderizzato e non piú modificabile. Dallo stesso loop multitraccia si potranno quindi produrre infinite variazioni, ciascuna con un set diverso di sonorità. Il pad di controllo di iKaossilator tiene inoltre una traccia visiva dei movimenti prodotti con le dita sul touch screen: questa caratteristica risulta particolarmente utile per cogliere subito a prima vista come é stato prodotto effettivamente il loop, e tramite il colore, a quale voce appartiene tra quelle disponibili.

Ma uno strumento musicale é in prima istanza il suono che produce, e in questo campo tra la cosa vera e la versione virtuale non c’é proprio gara…ecco perchè il mio mostrino giallo costa 15 volte di piú dell’app per iOS. Non scordiamoci che il synth ‘vero’ contiene un loop recorder che garantisce infinite sovrascrittre sound on sound, mentre la versione virtuale offre solo 5 voci in contemporanea. La memoria volatile del synth hardware può essere utilizzata anche in modo alternativo, raddoppiando così il numero di battute disponibili per il loop recorder (Modalità double lenght loop) si otterranno in questo modo loop di due battute invece della singola disponibile di default all’accensione del dispositivo (ma rinunciando cosí all’undo).
Ma la prova definitiva per uno strumento musicale è quella della resa in registrazione.
Registrando qualcosa con entrambe le periferiche e poi riascoltando, la differenza parlerà da sola, senza bisogno di ulteriori elucubrazioni. La versione virtuale é di alto lvello, con una buona interfaccia di controllo, una generosa selezione di suoni ed effetti, ampie possibilità di editing, ma per una produzione vera offre sonorità troppo standard (non é ne’ Animoog ne’ Sunrizer, per intendersi). Se ne coglie subito la similitudine con l’equivalente hardware: si intuisce che alla Korg hanno tentato di riprodurre fedelmente la wavetable del Kaossillator (a suo volta ripresa dal ben piú costoso Radias), ma l’effetto globale é meno riuscito, non così sorprendente, piú allineato con ciò che si produce con altre app dello stesso ambito (mi viene in mente iMaschine di Native Instruments, MetaDJ di Sound Trends, DopplerPad di Retronyms, ma anche TNR-1 della Yamaha o Aurora della 4Pockets…sebbene piú tradizionali, offrono in realtà possibilità molto simili).

Griff, Bahjis Loop, Microbe, Sunvox…are free!

16 dicembre 2011 Lascia un commento

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Fino a pochi anni fa, volendo trattare l’ambito della mobile music su periferiche non specificamente dedicate alla musica, ci si doveva per forza riferire a Windows Mobile e Palm.
Non c’erano ancora le iDevice a cui siamo abituati oggi! Lo stato dell’arte in questo ambito era rappresentato da una manciata di applicazioni audio che costituivano il core di un ipotetico studio mobile su palmare.
L’errore piú comune che si fa é quello di pensare che prima di iOS non ci sia stato niente di serio.
Personalmente, ritengo che invece i developers ancora non si siano allontanati troppo dai risultati che già si potevano ottenere alcuni anni fa con Griff e Bahjis Loop
Sulla generazione precedente di palmari l’interfaccia grafica era abbastanza ridotta, non c’era il multitouch, mancava il midi (solo in Griff, ma non l’ambitissimo midi clock per ottenere la sincronia con un sequencer esterno) ma per tutto il resto, i programmi erano cosí ottimizzati che riuscivano a funzionare correttamente anche su un processore Strongarm a 200 mhz (oggi nei ferri da stiro ci mettono di meglio!), e senza per questo rinunciare proprio a niente: multitraccia, synth virtuali, loopmachine, efx stomper, vocoder, virtual studio completi. Ci volevano magari dei tempi piú ‘comodi’ per cose come il rendering, ma si riusciva a fare comunque tutto quello che facciamo oggi con Android 3 o con l’iPad.
In verità é sempre accaduto: ci riuscivo anche con Windows 3.1 e cubase 1.07, pilotando un sampler Akai via midi per le traccie audio e diversi expander Roland e uno Yamaha per i suoni….il sistema nell’insieme era sicuramente meno comodo da gestire di un moderno portatile con Cubase e i Vsti, e ancor meno rispetto ad un iPad, ma il suono globale che si riusciva ad ottenere dagli strumenti musicali ‘veri’ era un’altra cosa…
Con un palmare WindowsMobile con processore almeno a 400mhz, acquistabile a pochi euro su Ebay, é perció possibile suonare ancora oggi in modo splendido: non mancano certo le applicazioni per farlo, e quelle migliori sono diventate tutte gratuite!
Non sono ancora free i gioiellini di 4Pockets, solo Meteor per Windows versione desktop, scaricabile direttamente dal sito ufficiale di 4Pockets…attenzione! anche se completa,12 piste audio con effetti etc., l’applicazione ha le stesse dimensioni della versione per palmare, 320×240.

Piú nel dettaglio, sul fronte Windows Mobile:
Griff e tutti i plugin (sia effetti che synth) sono diventati gratuiti da poche settimane: visitate planetgriff.com per scaricare e registrare l’applicazione e tutti i pacchetti aggiuntivi (tra effetti, synth e suoni, i pack da scaricare sono moltissimi, e sparsi nel sito senza un preciso senso logico, fate attenzione a scaricarli tutti finché resteranno disponibili).
Oltre a Griff, per PocketPC é inoltre tuttora disponibile:
Milky Tracker: tracker di seconda generazione con implementazione completa degli effetti XM, l’equivalente dello storico FastTracker2 per PC, completamente gratuito su milkytracker.org. Negli ultimi tempi, Milky Tracker é uscito in versione gratuita anche per Android, lo potete scaricare direttamente da Android Market.

Sul fronte Palm, che insieme a Windows Mobile é l’altro illustre scomparso dell’ultimo periodo, potete scaricare gratuitamente dal sito chocopoolp.com sia
Microbe (l’equivalente di Rebirth, ma con alcuni effetti aggiuntivi), che l’incredibile
Bahjis Loop, una delle applicazioni piú complete in assoluto in questo campo, disponibile con tutti i relativi plugin (circa una dozzina).
PsyTexx 2, un ft2 clone di seconda generazione simile a Milkytracker per ppc, dello stesso sviluppatore di:
Sunvox, disponibile su warmplace.ru in forma completamente gratuita sia per Windows Mobile che per PalmOS5. In quanto a complessità questo tracker modulare non scherza, e riesce a garantire una qualità sonora incredibile anche su una periferica sensibilmente meno potente delle attuali. Sullo stesso sito, sia per Windows Mobile che per PalmOS5, é possibile scaricare inoltre:
PixiTracker, da pochi giorni in versione rinnovata a 16bit e addirittura per iOS (gratuita, ma solo per qualche giorno ancora, su Appstore: affrettatevi a scaricarla, non credo che resterà free per molto!).

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Oltre a Griff e Bahjis Loop ricordo volentieri in questa occasione una serie di applicazioni ormai introvabili (ma nemmeno troppo!):
Phoenix Studio: 3 synth programmabili, una drum machine a campioni, mixer, effetti, sequencer con automazioni, difficile da trovare nella sua full release completa di renderer in formato wav per windows desktop. Non sono riuscito a rintracciare il sito dello sviluppatore: pur trovando dove scaricarlo su internet, non saprei se sia davvero il caso di considerarlo free.
PocketJam: l’esatto equivalente di Rebirth 1, due bassline e una drumachine a campioni, effetti, automazione dei parametri registrabile live proprio come la storica applicazione di Propellerhead, ma con in piú con un comodissimo editor pianoroll per i due synth e un altro a matrice per la batteria: sebbene ormai l’applicazione sia gratuita da anni, il sito dello sviluppatore da cui scaricarla e registrarla non é piú online da diverso tempo.
Synthrax: synth/sequencer molto particolare, impiega oscillator e modulator a campioni, forme d’onda ‘disegnabili’ letteralmente live, effetti, sequencer a pattern con pianoroll, automazione – il programma sarebbe anche in questo caso gratuito da anni, ma il sito dello sviluppatore, finished.nl, dal quale era possibile ottenere il codice seriale per registrarlo, non é piú online da qualche mese.
Z4music: sequencer a matrice simile a Fruity Loops per desktop, funziona con sample in formato wav standard, anche se privo di effetti e sintesi…puó essere utilizzato in modo semplice ed efficace come una loopmachine, sul tipo di acid, live etc. caricando loops completi invece che singoli suoni strumentali variati come pitch… proprio per questo l’applicazione include una particolare modalità live che permette di impostare finemente il tempo/tono del campione per sincronizzarlo in modo accurato. Il programma non é comunque ancora diventato free.

Categorie:Mobile Studio

Soundation, Myna & Audiotool: make your music online

20 settembre 2011 Lascia un commento
Anche se un argomento un po’ trasversale, volevo segnalare alcune applicazioni in flash, completamente gratuite, che vi permetteranno di produrre musica di tutto rispetto avendo a disposizione solamente un browser equipaggiato con il plugin della Adobe (quindi niente iOS, dato che ancora nella versione 4 e succ. non c’è modo di riprodurre file in formato flash).

Non si tratta come si potrebbe pensare di strumenti limitati, c’è proprio tutto quello che serve per produrre brani completi, dalla parte musicale alle tracce vocali e audio in generale.

Non ci sono più scuse, quindi, quando non abbiamo disponibili software appropriati ma dobbiamo necessariamente produrre della musica…oppure se le idee musicali continuano a rimbalzarci nelle meningi senza uno straccio di DAW con cui fissarle: basterà aprire il browser e digitare l’indirizzo di Avyary Myna (http://www.aviary.com/online/audio-editor), e tramite l’uso di piste audio con effetti e una loopmachine (Aviary Roc, si apre direttamente da Myna tramite il bottone Beats), potremo creare una brano completo di qualità medio-alta.

Se poi vogliamo proprio esagerare, e oltre alle piste audio e alla loopmachine a campioni, vogliamo usare synth virtuali di vari modelli, drum machines, effetti e automazione dei parametri, basterà allora digitare l’indirizzo di Soundation (http://www.soundation.com/studio), e voila! Ecco un altro strumento online pronto a soddisfare tutte le necessità…

Per quelli che ancora non fossero soddisfatti, vale allora la pena di farsi un giro con calma negli Hobnox AudioTool (http://www.audiotool.com/app), ed ecco siori l’equivalente di Reason (con interfaccia più simile a Tabletop, a dir proprio la verità)….una UI mozzafiato (richiede l’ultimissimo flash player su browser Pc/Mac), completa di tutto quello che ci si potrebbe piuttosto aspettare da un software ultra-blasonato e non certo gratuito.

Nulla ci vieta infine di usare i tre software insieme, esportando ad esempio loops da Audiotool per poi mixarli ed effettarli in Myna o in Soundation…e nemmeno dobbiamo necessariamente limitare l’utilizzo di questi tools sul notebook o sul fisso…su un tablet con Android Honeycomb (3.0), almeno Myna e Soundation funzioneranno benissimo, anche se purtroppo non farà altrettanto il più articolato Audiotool … sarà probabilmente necessario aspettare alla prossima uscita del plugin Adobe (UPDATE! E’ uscito flash player 11…per maggiori dettagli, leggi la nota a fine articolo*).

Ma ricordate, i sintetizzatori virtuali sono anche in Soundation, e non sempre risultano meno elaborati di quelli di Audiotool (vedi ad esempio il synth The Wub Machine), quindi, anche solo con il tablet, avrete comunque tutto il necessario per produrre musica di buona qualità.

* Con la precedente versione del flash player, la 10.3,  Audiotool mosta un “errore imprevisto” nella fase di caricamento iniziale: con Flash Player 11 il caricamento va a buon fine e viene finalmente mostrata la schermata di selezione del template, con 3 modelli pre-definiti ed uno vuoto. Scegliendo uno dei template predefinti, al termine del caricamento apparirà di nuovo il messaggio di “errore imprevisto”, come nella 10.3, ma selezionando invece il template vuoto, Audiotool si avvierà normalmente e permetterà di lavorare  come su laptop (il test è stato fatto su Adroid Honeycomb 3.01 , ma potrebbe funzionare anche con altre versioni del sistema operativo, sempre che sia possibile aggiornare il flash player alla nuova versione 11).
Ho potuto verificare che nel caso specifico di Audiotool la schermata di errore iniziale è dovuta alla minore quantità di Ram disponibile nel Tablet rispetto ad un laptop, per cui caricando progetti complessi con più synth virtuali (che pesano più che altro sul processore) e contemporaneamente molti campioni e/o piste audio, l’applicazione esaurirà inevitabilmente la memoria disponibile. Partendo invece da un template vuoto, si riusciranno a caricare senza problemi 4/5 device, alcuni effetti e il banco mixer ‘centroid’,  (secondo la tipologia di device/effetto, il carico globale sulla device potrà variare considerevolmente).
Per salvare, caricare ed esportare le proprie composizioni con Audiotool sarà comunque necessario registrarsi nel relativo sito, tuttavia la registrazione è completamente gratuita.
Anche se Tabletop su iPad è più performante e fluido, Audiotool è invece molto più completo e articolato come funzioni, ma soprattutto come sequencer…le similitudini tra le due applicazioni sono comunque davvero sconcertanti.
In realtà, mi pare di per sé significativo che Audiotool sia online già da diversi anni, mentre Tabletop è stato pubblicato su iPad solo da qualche mese…
 
 
 
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Korg Monotron: my analog toy

26 luglio 2011 Lascia un commento

Korg Monotron

Una nuova tentazione dal mondo Korg, il minuscolo Monotron: economico, tascabile, analog…e non solo un ribbon synth, ma un filtro attivo da cui far transitare il mio mondo sonoro.

Vediamo le caratteristiche: dimensioni contenute, cm 12 x 7 x 3 di spessore, dorso e finiture in bianco, pannello nero con speaker incorporato e una fila di 5 manopole (VCO/pitch, LFO/rate, LFO/int., VCF/cutoff, VCF/peak) + 1 switch verticale a tre posizioni (stand by, MOD/pitch, MOD/cutoff). Pannello posteriore con: manopola volume, output cuffia, line input) e un ulteriore controller rotativo interno, da impostare con un cacciavitino, la regolazione dell’altezza relativa all’ottava del ribbon.

Prima di tutto, a prima vista, ho subito notato che manca una qualsiasi forma di inviluppo…successivamente, utilizzando il monotron, ho potuto constatare che l’inviluppo tipico ADSR puó essere emulato con l’utilizzo dell’LFO e dei due parametri di cui dispone nel pannello del synth: ad un valore basso di rate si ottengono senza difficolta’ forme basiche di inviluppo. A rate piú alti, invece, l’inviluppo viene ripetuto, con un effetto sequencer che ben si accompagna alle timbriche analog riproducibili dal generatore sonoro. Questo inviluppo ritmico é inoltre lo stesso applicato al filtro a cui puó essere sottoposta qualunque sorgente sonora esterna, tramite l’input linea posto nel pannello posteriore (l’input é stereo, anche se, in realtá, il filtro e il successivo output sono mono … vanno comunque sempre utilizzati, sia in entrata che in uscita, jack da 3,5 stereo, quelli standard delle cuffie, e non mono).

É possibile trovare diverse modification per il monotron cercando su Google, quella piú notevole è sicuramente la ponticellazione della board interna per aggiungere un connettore per sincronizzare il monotron con macchine esterne.

Per tutti quelli che non se la sentono di ‘moddare’ il proprio monotron per mandarlo a tempo con tutto il resto della strumentazione, c’è sempre la manopola luminosa che pulsa a tempo con il rate dell’LFO: fornisce una indicazione visiva della velocitá metronomica dell’oscillatore a bassa frequenza particolarmente utile per orientarsi nella sincronizzazione.

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Sunvox 1.55 goes free!

5 Maggio 2010 2 commenti
     
 
 
   

Vagando senza meta sui siti web che trattano di mobile music, ho ricevuto in questi giorni una bellissima sorpresa … Sunvox è diventato gratuito!
Solo la versione per Ipod/iphone è acquistabile, mentre tutte le altre (per: Mac, Windows, Linux, Palm e Windows Mobile) sono adesso liberamente scaricabili dal sito delllo sviluppatore (http://www.warmplace.ru/soft/sunvox/).
Ho parlato molte volte di Sunvox dalle pagine di questo blog: è uno studio virtuale modulare, estremamente leggero ma con grandi possibilità … La tipologia di software è la stessa di Buzz, Psycle etc.: un tracker modulare multitraccia con dentro un campionatore, vari tipi di sintesi ed effetti.
La versione 1.55 è ancora più ottimizzata rispetto alle precedenti: gli stessi brani dimostrativi, compresi nel pacchetto d’istallazione sin dalla prima uscita ufficiale, riescono adesso ad essere riprodotti molto più fluidamente; in certi casi (cioè i brani meno elaborati) funzionano correttamente addirittura su un vecchio palmare Ipaq 3700 con processore a 200 mhz…
La possibilità di aprire e modificare lo stesso brano indifferentemente su più sistemi operativi garantisce al musicista mobile più occasioni di completare davvero il proprio sforzo creativo … in metropolitana al ritorno dal lavoro, sul palmare Windows Mobile; oppure la domenica durante una scampagnata, sul Macbook; o a casa con il pc fisso e Windows 7…. ma anche sul vecchio palm o sull’ultima versione di Linux istallata per curiosità…

Ciò che esce da questo gioiellino non è il suond di un semplice tracker, perchè la modularità dei componenti disponibili esalta esponenzialmente la vocazione experimental, avvicinando Sunvox più ad un synth a schema libero (non normalizzato nelle connessioni) che ad un tracker tradizionale.
E’ comunque vero che tutti i moduli disponibili possono essere gestiti proprio attraverso un sequencer stile tracker (colonne verticali affiancate con valori numerici esadecimali), anche se la struttura della song potrà essere invece realizzata tramite una user interface in stile multitraccia standard (quindi a sviluppo orizzontale, non verticale come nei tracker tradizionali).
Questo semplifica in modo sensibile la realizzazione di song complesse e articolate, e invita spontaneamente a riutilizzare il materiale secondo le ormai diffuse pratiche loop based.
Per farvi un’idea concreta di come suoni davvero Sunvox, comunque, non vi resta che ascoltarvi i demo compresi nel pacchetto d’istallazione….alcuni offrono delle texture così complesse, che pare istintivamente impossibile siano state prodotte davvero con una applicazione così leggera e minimale!
  
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My hands on … Aurora!

12 febbraio 2010 Lascia un commento
 


    

Finalmente ho avuto modo di aggiungere Aurora al mio arsenale di applicazioni per PocketPc.
Adesso, insieme a Meteor, Audiobox e Stompbox ho completato finalmente il parco delle applicazioni musicali targate 4Pockets (tutte dei veri capolavori…sono programmi “veri”, non i soliti giocattoli da ipod/iphone).
Aurora è un vero gioiellino, una specie di versione per PocketPc del famoso Tenorion, con cui condivide l’idea principale dell’interfaccia, anche se in realtà Aurora ha molte altre funzioni aggiuntive non presenti nel modello di riferimento (e viceversa, vedi paragrafi sotto).
Intanto devo dire che, mentre nella versione demo avevo avuto diverse issue di prestazioni su un normale palmare con processore a 400 mhz, la versione completa non soffre di queste problematiche: l’ho addirittura istallata sulla scheda sd del palmare, ho settatto il driver audio per funzionare a 44100 (il massimo della qualità ottenibile)…e tuttavia, l’applicazione scorre ancora liscia come l’olio.
Al primo avvio è attiva la modalità semplificata: l’utente viene avvisato con un messaggio che è possibile passare all’interfaccia avanzata.
La modalità iniziale offre infatti solo le principali funzionalità, lasciando il resto nascosto.
Passando alla modalità avanzata saranno invece disponibili diverse sottopagine aggiuntive,  per permettere l’impostazione dettagliata di tutti gli aspetti del materiale sonoro tramite l’interfaccia a matrice.
  
 


     

– Riquadro di selezione del layer
la matrice in questo caso rappresenta 16 layer orizzontali (16 righe di bottoncini quadrati luminosi). Nei layer con kit perussivi, c’è un suono per ogni quadratino affiancato (nella medesima riga), mentre in un preset melodico, i quadratini affiancati saranno 14 note in scala (secondo la tonalità d’impianto).
I preset melodici potranno essere basilarmente di tre tipi: synthpad, synthesizer e sampler. A queste tre categorie corrisponderanno infatti 3 diversi strumenti virtuali, completi di svariati pannelli di impostazioni.
Il Synthpad, con tipo di sintesi additiva, offre le sonorità tipiche dei pad, morbide e dilatate, adatte per i tappeti armonici etc.
Il Synthesizer, un tipico sintetizzatore di stampo analogico (VCO, LFO, VCF, ADSR), con sintesi FM aggiuntiva, molto versatile, risulta adatto per tutte le sonorità elettroniche in genere. C’è addirittura un micro sequencer vecchio stampo (cursori verticali affiancati) da utilizzare sia per eventuali modulazioni di tono, che per quella degli altri parametri presenti
Il Sampler, con visualizzazione delle forme d’onda, oltre ai filtri e a vari parametri aggiuntivi per agire sul timbro, offre un editor per impostare il punto di loop,  la registrazione di nuovi suoni attraverso microfono incorporato, e l’eventuale selezione/caricamento di suoni wav esterni etc. etc.
 

 

   
    

 – Riquadro di selezione del pattern di note per il layer selezionato
Dopo aver selezionato il layer da utilizzare, l’applicazione mostrerà automaticamente la matrice in cui inserire le relative note. Come nel Tenorion, l’asse orizzontale corrisponderà al tempo, quello verticale all’altezza della nota. Premendo sul tasto Start, il cursore luminoso, rappresentato da una riga verticale di colore diverso, inizierà ad avanzare automaticamente nel pattern. Premendo contemporaneamente anche su R (Record), qualunque azione verrà eseguita sul display, sarà mentenuta in memoria e comincerà a ripetersi come loop in background.
A quel punto, dopo aver inserito la prima frase melodica, si potrà selezionare un diverso layer, quindi un diverso suono (a scelta tra uno dei 3 generatori sonori diversi), ed inserire un nuovo pattern melodico. Si potranno inserire 16 layer/pattern diversi per ogni block (quindi 16 suoni diversi per 16 frasi “parallele”).
         
– Riquadro di creazione/selezione dei blocks (block=insieme di 16 layer organizzati nel tempo in una porzione di 16 steps)
La matrice di selezione dei block sarà composta da 16 righe verticali. Ciascuna riga, composta di 16 bottoni, corrisponderà in realtà ai 16 layer affiancati, che potranno quindi proprio da qui essere attivati e disattivati.
Una volta terminato il primo block, dall’apposito bottone disposto in seconda posizione nella parte bassa dello schermo, si potrà accedere alla matrice in cui selezionare un nuovo block vuoto, ed iniziare così nella scelta del primo dei 16 layer e nella composizione del relativo pattern di note. E così via…
 
– Riquadro di composizione della song
Da questa particolare matrice, diversa dalle altre per la presenza di una riga aggiuntiva posta in basso (ma staccata), è possibile definire la catena di blocks che comporranno l’intera song
  
– Riquadro di impostazione del volume per ciascun layer (mixer)
Una apposita matrice avrà le funzioni di mixer multicanale, con tre mandate effetti. Ciascuna riga verticale rappresenterà infatti, nella parte bassa, il cursore del volume di ciascun layer, seguito subito sopra da tre bottoni per attivare/disattivare gli effetti associati.
        
– Riquadro di impostazione degli effetti (delay, compressore, riverbero): 3 bus effetti per ciascun layer
Da una serie di riquadri modali tempestati di piccole manopole, sarà possibile selezionare ed editare una serie completa di effetti: delay, riverbero, chorus, compressore, filtri etc.etc. con vari parametri per ciascuno completamente automatizzabili.
 
– Riquadro di automazione dei parametri degli effetti
Da una diversa matrice sarà quindi possibile automatizzare, per ciascun block, uno o più parametri a scelta fra quelli offerti dagli effetti associati. Potrà essere definito, ad esempio,  quale parametro far corrispondere all’ asse x, e quale all’ asse y.
 
– Riquadro atomizer
Nella matrice atomizer, una frase composta precedentemente potrà essere divisa in frammenti e ciclata: l’asse orizzontale corrisponderà ad un diverso valore di durata del frammento, che quindi si ripeterà per un numero diverso di volte nella stessa battuta in sedicesimi.
     
– Selettore di transpose per ciascun block
Ciascuno dei 16 block potrà essere trasposto e nè potrà quindi essere definito il tipo di scala (major, chromatic, lydian, misolydian etc.)
Di un block, verranno trasposte solamente le voci melodiche, non le parti ritmiche. Sarà molto semplice, quindi, dopo aver costruito un pattern convincente, crearne delle copie e trasporle nelle diverse tonalità.
 
Inoltre….
Export in formato wav di una parte o di tutto il materiale sonoro composto.
– Possibilità di configurare i bottoni del palmare per fornire funzioni proprie di Aurora invece che quelle standard offerte del sistema operativo.
Personalmente, continuerò ad utilizzare Griff, con il quale mi trovo per ora molto più a mio agio, ma è probabile che Aurora prenderà progressivamente il sopravvento (in coppia con gli altri prodotti 4Pockets), soprattutto nello sviluppo di Loop audio (e relative variazioni), da montare successivamente, grazie all’utilizzo del multitraccia Meteor, in song complete di pista vocale.
     
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Scoperti dopo: Audiobox

2 novembre 2009 Lascia un commento
 


   

Affascinato dalla completezza di Meteor, avevo guardato solo superficialmente Audiobox (entrambi della 4Pockets, come del resto il nuovo Aurora, prossimamente su queste pagine….). La mancanza di una caratteristica (da me ritenuta irrinunciabile) mi aveva fatto desistere dall’approfondire ulteriormente la mia conoscenza di Audiobox: l’impossibilità di esportare audio, funzione invece garantita sia da Meteor, che dallo stupendo e insuperato Griff, che anche dal recente Sunvox (ma un po’ tutti offrono questa funzione: Music Jam, Syntrax, Z4Music, MilkyTracker e persino Phoenix Studio, utilizzando l’apposito exporter per Windows).
Per caso, ho aggiornato Audiobox ad una delle sue ultime versioni (la 1.45), e per magia, l’export audio/midi è apparso nella pagina dedicata al salvataggio dei progetti.
Il caso Audiobox merita, a questo punto, un esame più approfondito.
Il paragone con Griff sorge spontaneo, ma niente da fare: Griff è più stabile, ha un timing molto più rock-solid, offre prestazioni superiori in termine di esigenze hardware (Griff funziona al suo meglio già su un arm a 200 mhz). Ma Audiobox, con l’export audio/midi, può diventare comunque un anello della catena produttiva composta dalla cooperazione dei vari software disponibili per PocketPC….Niente vieta, infatti, di creare loop, e di esportarli come audio (o come midi), per poi riutilizzare questo materiale in Griff (oppure addirittura in Mixtikl o in Sunvox), per costruire strutture più complesse e articolate senza mettere troppo alla prova processore e batterie del palmare.
Audiobox ha dalla sua alcuni interessanti effetti, come ad esempio il gapper (un effetto che fa il gating di note e/o accordi “lunghi” secondo alcuni pattern predeterminati), una catena di sintesi abbastanza articolata ed infine una interessante selezione di suoni, in dotazione con il software fin dalla prima istallazione.
Un’altra importante novità è che Audiobox adesso è accompagnato da un programmino standalone aggiuntivo, utile a configurare la dimensione del buffer audio, la priorità di esecuzione del programma e il numero di tic in cui deve essere suddivisa ciascuna battuta: grazie a questi tre paramentri è molto più semplice trovare una configurazione che permetta all’applicazione di girare senza incertezze di timing, come accadeva invece con la versione precedente….era un difetto che, unito alla mancanza di export audio/midi, rendeva l’applicazione completamente useless: non si poteva nè esportare l’audio in differita, con un rendering, e quindi senza badare troppo al timing e al processore, e nemmeno, come ultima spiaggia, campionare in real time l’output audio analogico del palmare, proprio a causa dell’evidente incertezza di timing che avrebbe reso inutilizzabile tutto il materiale audio prodotto….
Adesso non mi resta che testare l’applicazione direttamente sul campo con la composizione di una nuova song: solo la prova pratica mi potrà fornire la prova concreta dell’effettiva usabilità del microcomposer targato 4Pockets.
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