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BeatMaker 2: non si può copiare così!

2 marzo 2011 2 commenti

       
E’ finalmente uscito Beatmaker 2….erano ormai diversi mesi che la pubblicazione della seconda versione dell’app era stata annunciata, ma lo stesso tardava ad arrivare negli scaffali virtuali dell’appstore.
Il suo predecessore, Beatmaker (1), era stato il primo studio musicale di un certo spessore per iDevice, quindi l’aspettativa per la seconda uscita era veramente molto alta.
Nel frattempo, molta acqua è passata sotto ai ponti (acqua che si chiama soprattutto NanoStudio).
Ieri ho finalmente acquistato Beatmaker 2 (15.99 €) e con una certa sorpresa, ho potuto constatare che l’interfaccia grafica è stata sommariamente copiata da NanoStudio!
Gli sviluppatori della Intua, nel forum ufficiale del loro sito, trattano l’argomento come fosse una prassi normale, come se fosse lo spirito dei tempi a parlare attraverso le applicazioni una stessa lingua, invece a mio avviso è solo un tentativo di giustificare la replicazione pedissequa delle idee altrui. Una cosa è accogliere suggerimenti dalle applicazioni più riuscite al momento sul mercato, tutta un’altra è copiare le interfacce (icone e colori compresi) fino al dettaglio.   
   
         

BM2
  

NS

    
Provate a guardare il sequencer: dire che è simile non rappresenta bene la situazione, è lo stesso di NanoStudio! Tant’è che Blip Interactive, lo sviluppatore, suggerisce ironicamente nel suo forum di utilizzare il manuale del suo NanoStudio fino a che non sarà pronto quello di BM2 (a proposito, è stato ormai pubblicato!).
BeatMaker 2 è la versione rompler di Nanostudio: se avete amato il magico piccolo synth studio di Blip Interactive, non potrete rimanere del tutto indifferenti a questa seconda versione di BeatMaker…. Invece di ripetere ancora una volta le molte caratteristiche comuni tra le due applicazioni (guardatevi la review di NanoStudio!), è più interessante analizzare quei pochi elementi che distinguono BeatMaker 2.
BM2 è uno studio modulare, quindi non c’è più la limitazione dei soli 4 Synth e una drum machine (come in NS). Gli ingredienti che concorrono a questa ricetta ‘modulare’, e che quindi possono essere aggiunti a piacere, sono essenzialmente 3:

  1. sampler
  2. drum machine
  3. bus effetti

Si potranno quindi aggiungere tanti elementi (di queste tre tipologie) quanti ne potrà reggere l’hardware sottostante.

Sampler
: il meccanismo di trascinamento dei pannelli del sampler synth di BM2, anche in questo caso simile al synth ibrido di NanoStudio, permette, se necessario, di dedicare alla tastiera tutto lo spazio disponibile sullo schermo. Essenzialmente si tratta di un synth a campioni (come le soundfonts, per intenderci), ovvero un rompler, con una limitata possibilità di modulazione/routing del segnale.
La caratteristica vincente è quella di poter creare region sulla tastiera, ovvero di poter attribuire più campionamenti allo stesso preset.
Questo incrementa in modo esponenziale il realismo delle sonorità emulative, di qualunque tipo esse siano (orchestra, strumenti tradizionali ma anche campioni di strumenti elettronici celebri).
Confrontare i suoni che si ottengono con Eden in NS con quelli del rompler di BM2 è un po’ come confrontare la pittura con la fotografia (il paragone è più appropriato di quanto possa sembrare a prima vista)

Drum machine: La drum machine è la copia identica ma ‘espansa’ di quella di NS: 16 pad con campioni sulla destra, e la colonna di gestione delle modalità di riproduzione, del pitch etc sulla sinistra. Anche in questo caso, c’è una caratteristica magica: lo slicing dei loop via choplab.  Ad esempio è possibile importare un brano dalla ipod library e subito sezionarlo con choplab fino ad isolare singole frasi, che a loro volta potranno essere micronizzate fino al singolo suono.
Altra caratteristica che contraddistingue BM2 è la possibilità, una volta creata una drum machine (o un sampler), di dedicargli più di una pista del sequencer.
Sia i sampler che le drum machine hanno fino a tre effetti in insert, selezionabili tra: autopan, bitcrusher, chorus, compressor, delay, overdrive, equalizer, flanger, filter, reverb.

Auxiliary bus: gli stessi effetti utilizzabili in insert sul singolo strumento/canale possono anche essere caricati come auxilary bus (sempre per un massimo di tre effetti per bus, ma si possono creare più bus….a volontà).

Mixer: Tutte le sorgenti sonore sono convogliate verso il mixer, dove è anche possibile selezionare i bus ausiliari degli effetti. Essendo modulare, il mixer è organizzato su più schermate.

Sequencer: L’editor delle tracce è veramente la fotocopia di quello di NS, quindi è inutile dilungarsi oltre: è intuitivo, maneggevole efficace come lo è l’originale (almeno è una buona copia).
L’ import/export di file avviene tramite ftp (viene consigliato Filezilla): il forum Intua è pieno di post degli utenti che hanno difficoltà a farlo funzionare, ma è molto probabile che sia solo una questione di inesperienza con il File Transfert Protocol

Cosa manca (ma verrà aggiunto probabilmente nei prossimi update):
– l’export delle singole tracce, si può esportare solo una wav globale 
– la compatibilità con uno delle tipologie di input/output midi disponibili (core midi, line6 mobilizier)
– un modo per controllare la quantità di segnale spedito ai bus ausiliari (sono in insert, e tutto il segnale viene effettato, non è possibile regolarlo)
– una automazione più completa dei parametri dei synth.
Dire che BM2 è una bazzecola è sicuramente fuori luogo, dire invece che Intua avrebbe dovuto chiedere il permesso (e poi pagare almeno le royalties) a Bilp Intercative è una argomentazione realmente appropriata. Sono comunque 15.99 € ben spesi:

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