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Archive for dicembre 2008

Groovestep arriva alla prima release

30 dicembre 2008 Lascia un commento

       

Dopo varie beta anticipatorie, finalmente Groovestep arriva alla prima release stabile. Anche in questo caso non fatevi ingannare dall’interfaccia scarna ed essenziale: si tratta di uno step sequencer hardware (si avete letto bene, non è l’emulazione software di un sequencer vero, ma un’interfaccia di gestione del sequencer hardware contenuto nel Nintendo DS lite) con tutte le carte in regola per realizzare parti ritmiche complete, oppure, utilizzando dei loop invece che dei semplici campioni one shot, una perfetta loop machine. Anche l’output sonoro, di solito molto “debole” nel Nintendo DS lite, ha in questo caso una buona resa audio.

Attraverso le varie schermate si potrà avere accesso a molti parametri, alcuni dedicati alla timbrica (caricamento e looping dei campioni, LFO, filtri, inviluppi etc.), altri invece riservati alla loro automazione, alla composizione delle altre caratteristiche dei pattern, al loro susseguirsi nel tempo, al missaggio dei vari canali disponibili etc.
Ognuno di questi 16 canali potrà ospitare contemporaneamente due campioni diversi, da switchare tra di loro all’occorrenza in modo rapido, anche più volte all’interno di uno stesso pattern.
Tutte le maschere di sequencing sono state disegnate sullo stesso modello, incorporando in una unica schermata a barre verticali colorate il controllo di vari parametri raggruppati insieme (volume, muting, solo etc.).
Sebbene la song demo inclusa con il sequencer non renda affatto merito alla complessità dell’applicativo (esortiamo quindi l’autore a rimediare a questa lieve mancanza), Groovestep si conferma comunque come uno dei sequencer più interessanti attualmente disponibili per Nintendo DS (oltre naturalmente al più maturo Nitrotracker, già completo dell’ implementazione midi in entrata e uscita per mezzo del wifi).

Categorie:Nintendo

LSDJ: di che si tratta?

30 dicembre 2008 Lascia un commento

Vagando su google senza meta, ho letto che le rom da slot2, originariamente per Game Boy (advance, color etc.), possono essere lette su DS lite anche direttamente da una scheda homebrew per slot 1 (R4), utilizzando semplicemente un emulatore di GB. L’emulatore in questione è Lameboy, efficace e ben fatto, e finalmente, così, ho potuto eseguire tutte le applicazioni musicali per GameBoy che finora non avevo potuto mai utilizzare. I due principali programmi ancora oggi di una concreta utilità sono LittleSoundDJ e Nanoloop (di cui parlerò estesamente in una prossima review). 
 


LSDJ
a prima vista mi è sembrato solo un tracker prima maniera, molto primitivo e statico: al primo utilizzo non sono riuscito nemmeno a capire il meccanismo per navigare tra le numerose schermate, tanto che sono uscito dall’applicativo chiedendomi la ragione per cui fosse spesso citato dai vari appassionati.
Ma non mi sono dato comunque per vinto.
Dopo la lettura del manuale, molto ben fatto e completo, il programma mi ha finalmente rivelato tutte le sue peculiarità.
Intanto, appoggiandosi originariamente all’hardware del GameBoy, le risorse sonore disponibili sono due generatori (hardware) di pulses, un generatore wav e uno di rumore.
Ogni generatore ha la propria schermata di editing: per quello wav, ad esempio, c’è la sezione dedicata Synth, che produce le varie porzioni di onda da mettere a loop nel generatore vero e proprio per produrre il suono.
Il sequencer è articolato su più piani, (song, chain, phrases) e al suo interno possono essere automatizzati tutti i parametri presenti, tra cui il cutoff e la resonance etc.
Le note possono essere articolate anche tramite l’arpeggiatore interno (sia in stile c64 che come arpeggio armonico standard).
LSDJ contiene in sé molte risorse campionate (una lunga lista di drum machines storiche, una collezione di bassi, alcuni effetti sonori), e addirittura un generatore di fonemi, uno speech engine completamente programmabile (chiaramente in inglese). I campioni possono essere inoltre sostituiti tramite il comodo patcher presente sul sito del produttore (molti kit aggiuntivi sono disponibili gratuitamente sul web).  
      

  
     

Molto interessante è l’utilizzo live, che sul GameBoy originale era facilitato anche dalla possibiltà del sync midi: utilizzando un emulatore, però, quindi su un hardware diverso (in questo caso il DS lite), questa possibilità va ancora verificata.

L’utilizzo concreto che se ne può fare ai giorni nostri è quello di aggiungere un tocco “8bit” a composizioni magari create con altro, o magari utilizzarlo per realizzare parti ritmiche particolari, dal sapore industrial o comunque chip music oriented.
Questo perchè la vocazione dell’applicativo resta comunque quella di un tracker, e le parti melodiche più ariose sarebbero molto difficili da rendere, anche e soprattutto per la resa sonora.
Comunque, come in realtà accade spesso, è proprio il superfluo a diventare così necessario nella nostra musica elettronica “quotidiana”, quindi LSDJ è sicuramente un altro dei marchingegni “strani” che possono sempre tornar utili nella creazione di mobile music.

Categorie:Nintendo

Sunvox: il synth modulare che si appoggia ad un tracker

23 dicembre 2008 1 commento
 

 
 
In questi giorni ho finalmente avuto modo di provare a fondo il nuovo fantastico synth modulare multi-piattaforma targato Warmplace.ru (lo stesso sviluppatore di Psytexx e PixiTracker).
Vi ricordate i fantastici tracker derivati da Buzz, come Psycle & Aodix, che univano all’interfaccia standard da tracker quella a patch cord tipica, ad esempio, degli applicativi audio professionali di controllo e routing (come ad esempio la UI di Scope, l’applicazione con cui si controllano le schede audio Pulsar della
Creamware)?
Dopo l’avvento della tecnologia VST e il grande successo riscosso, questo tipo di tracker aveva avuto forse meno seguito rispetto agli anni precedenti…
Eppure Buzz, pur essendo un applicativo completamente gratuito, al tempo forniva grandi possibilità creative ai suoi utenti (tanto da essere anche venduto, per un periodo, a corredo di alcune famose schede audio consumer)…..inoltre si poteva contare su una quantità sterminata, e sempre crescente, di moduli aggiuntivi (synth, effetti, wrapper VST), sviluppati dalla enorme e attivissima community dei suoi utenti…(Zephod, ad esempio, che credo abbia sviluppato in seguito anche alcuni plugins per Griff, oltre a vari VSTi).
Immaginate adesso che tutto ciò sia oggi di nuovo disponibile, ma non solo su PC (del resto Buzz, Aodix e Psycle su XP funzionano sempre egregiamente….), bensì su una qualunque delle altre piattaforme che ormai tutti possiedono…..A parte che nell’ iphone – ipod touch, lo si può istallare un po’ ovunque: su Palm, PocketPc, Windows, Linux….
Quindi non ci sarà più da fare i salti mortali con avvitamento a destra per continuare a lavorare su un pezzo anche fuori da casa nostra, o per rifinire il brano appena iniziato sul palmare una volta tornati all’ovile dopo la "gita" quotidiana nel mondo: basterà solo servirsi di una delle versioni del tracker appositamente portate su Windows e Linux, e potremo continuare così a lavorare sul nostro pezzo, in un continuum creativo indipendente dalla piattaforma utilizzata, senza dover più tradurre tutto in mille formati diversi, senza dover tutte le volte esportare e ricostruire "a mano"  le song nelle applicazioni native degli altri OS utilizzati…..
A tutto questo, poi, si unisce una ulteriore e importante novità contenuta in Sunvox.
Nei tracker, di solito, una volta costruiti i singoli pattern multitraccia, per montarli nella sequenza desiderata si usa la cosidetta "list view", una finestra dell’applicativo nella quale i pattern potranno essere disposti liberamente in un ordine sequenziale (ma sempre un pattern alla volta, sebbene, in realtà, ognuno di questi pattern sia internamente costituito da più tracce distinte).
In Sunvox invece è stata inserita una moderna vista multi-pattern a sviluppo orizzontale (non verticale come nel tracking canonico), nella quale sarà possibile montare "graficamente" (con il mouse) i pattern appena composti, proprio come accade in tutti i programmi loop oriented professionali, quali Acid pro o Ableton Live: a ciascun pattern si potrà associare un’icona creata appositamente con l’editor grafico miniaturizzato (incluso in Sunvox), inoltre ogni Building Block potrà essere velocemente riposizionato e duplicato (in modo tradizionale, o anche come copia ghost, una copia "fantasma" che varierà al cambiare del pattern "genitore") e disposto sulla timeline utilizzando il mouse in modo molto intuitivo e semplice….in questa finestra di sequencing conta la disposizione rispetto all’asse orizzontale (il tempo), mentre l’asse verticale sarà di per sé poco significante, essendo utile all’utente solo per mantenere i pattern tutti costantemente in vista, e non essere costretto quindi a sovrapporli tra di loro su una sola pista (anche se, da sovrapposti, suonerebbero in realtà esattamente allo stesso modo che disposti parallelamente).
Questo tipo di sequencing porta inevitabilmente ad un nuovo modo d’utilizzare il tracking in Sunvox: i pattern, infatti, non dovranno più essere utilizzati accodandoli uno dietro l’altro come accadeva nei tracker tradizionali, ma potranno essere invece impiegati contemporaneamente affiancandoli e non solo accodandoli tra di loro…un utilizzo molto simile a quello possibile nella timeline del diffusissimo Fruity Loops per PC.
Quindi così possiamo preparare il nostro materiale liberamente, creando per es. un pattern tutto dedicato alla ritmica, un altro pattern di basso, un altro ancora con solo i pad, e così via, in modo da poterli poi miscelare liberamente come se fossero anche canali audio distinti (perciò trattabili con effetti dedicati all’interno del routing impostato). Non ci sarà più bisogno di duplicare molte volte le tracce singole (costituitive dei diversi pattern del pezzo), come ad esempio dovevamo fare nel tracking tradizionale per le parti di batteria, perchè ciascun "mattone di base" potrà essere in Sunvox riutilizzato più e più volte…
Gli elementi di base disponibili in Sunvox, cioè i Building Block timbrici del programma (quelli precedenti erano invece i Building Block melodico/armonici), sono:
– un synth in FM,
– un campionatore multitimbrico (wav, XI, con editor interno della forma d’onda e degli inviluppi),
– un synth analogico di tipo sottrattivo,
– una suite di effetti audio: reverb, delay, chorus, flanger, gate, distortion
– moduli LFO,
– filtri vocali, di spettro etc.etc.
Gli elementi potranno essere completamente automatizzati, all’interno dei pattern ci sarà una colonna specifica per inserire i rispettivi valori.
Il risultato finale potrà essere esportato in formato wav (oltre naturalmente a poter salvare il progetto nel formato nativo .sunvox). 
Sunvox conserva inoltre completa retro-compatibilità con i formati standard del tracking tradizionale: XM, Mod, S3m etc.etc.
Ma fino a qui, a parte le novità esposte, pare trattarsi comunque di un normale tracker…
La differenza, invece, saltà fuori con forza una volta ascoltate le demo che accompagnano il programma: il suono è eccezionale, al di sopra degli standard XM e MOD a cui siamo tutti abituati. Si spazia da piccole song in stile chipmod, a brani analog ultra complessi, ad avvolgenti e algidi tappeti in FM, a fedeli song tutte realizzate con campionamenti dai suoni più "veri".
Non vi lasciate perciò ingannare dall’interfaccia ultra-semplificata di Sunvox (almeno a prima vista), e dal suo innegabile sapore retrò…Sunvox è un vero capolavoro, l’ennesimo gioiello disponibile oggi per fare musica "anche" su Palm e Pocket PC (per quando saremo a spasso), che però risulta al contempo perfettamente funzionante sul nostro XP casalingo o sull’ultima live di Linux appena scaricata (questo la maggior parte dell’anno, quando la pigrizia, il troppo freddo o il troppo caldo ci tengono comunque ben "radicati" alle comodità di casa nostra, rendendo del tutto inutile la caratteristica mobile del nostro setup sonico/emozionale).
Categorie:Computer Music

Roland PMA-5: mobile music 10 anni fa…

17 dicembre 2008 38 commenti

 


Dopo averlo rincorso per anni,  grazie ad una dritta di un mio amico (Francesco…. colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente) sono riuscito finalmente ad accaparrarmi questo simpatico oggettino! Il PMA-5 della Roland è un "palmarone" musicale, con il suo bel touch screen, una vera Sound Canvas dentro, un sequencer midi, effetti inclusi, e la possibilità di utilizzare i famosi Styles della Roland (più di 1000 presets).

Io che sono un aficionado delle Sound Canvas (ho una SCP-55 e una SCD-15), ho potuto subito constatare la migliore qualità dei suoni… sebbene perfettamente compatibile con lo standard GS, l’intera wavetable è stata aggiornata minuziosamente (perlomeno per le tendenze del periodo, fine anni 90, inizio 2000): drums molto più "pompate" e dinamiche (soprattutto le emulazioni delle drum machine Roland più celebri), suoni sintetici rinnovati e frizzanti, una grande quantità di sound efxs, nuovi algoritmi di chorus e reverb.

Ma il punto principale non sono tanto i suoni…ormai siamo abituati a fantasmagorici vst instruments, dai preset multitimbrici mozzafiato…

Fino a che ci limitiamo ad utilizzare il PMA-5 come expander di suoni, pilotandolo attraverso il midi, possiamo ottenere una buona scelta di suoni di base "preconfezionati"…ma nulla più.
Utilizzando invece uno degli editor sysex storici per le Sound Canvas, come SCedit (anche Canvasman è un altro ottimo editor per SC, molto diffuso nel periodo, sebbene meno accattivante dal punto di vista grafico) intanto possiamo iniare a spaziare su una vastissima gamma di parametri completamente configurabili (dal cutoff alla resonance, dagli LFO agli inviluppi etc. etc. per ciascuno dei suoni, compresi i suoni di batteria), parametri altrimenti completamente irraggiungibili dal touch screen del PMA. Ecco che allora la Sound Canvas, con i suoi 316 suoni e 16 drums kit predefiniti, si trasforma all’improvviso in un synth completamente configurabile in tutti i suoi parametri, e la cosa allora inizia già a farsi abbastanza più interessante….

Ma ancora il confronto, almeno con i moderni VST instruments non regge (e non regge nemmeno con Griff, Sunvox, Meteor, il DS-10 addirittura….).
Cosa ci può essere di tanto interessante, oltre alle caratteristiche già elencate sopra, in uno strumento musicale di 10 anni fa come il PMA-5?
Ho tentato più volte di connettere la device al computer attraverso la seriale, ma il cavetto necessario, con almeno una delle due terminazioni di tipo completamente proprietario della Roland (le vecchie seriali din MAC, ma con una piedinatura lievemente diversa), risulta introvabile ormai da anni. Resta ancora la connessione midi, ma tutti i controller midi che possiedo, l’Oxygen8 della M-Audio e l’UF5 della CME, forniscono il mio computer portatile solo di un midi out aggiuntivo… quindi, senza il ritorno fornito dal midi in, niente controllo completo del PMA-5, come avverrebbe con il cavetto seriale dedicato….

Fra l’altro, l’unico software che sembrava essere ancora disponibile per gestire il PMA-5 attraverso il computer, era solo per Win95, e per giunta in lingua cinese… Mai fidarsi delle apparenze…la versione per win3.1, in inglese, ha funzionato perfettamente anche su XP, e per giunta con molte più funzioni rispetto alla sua consorella più recente per Win95.
Sono state proprio queste caratteristiche aggiuntive ad aprirmi un nuovo orizzonte. Molti anni fa avevo acquistato, ad una svendita improbabile in un negozio di informatica locale, una serie di software originali Roland nelle loro confezioni colorate (oltre alle schede hardware menzionate sopra), tra cui anche l’applicativo Music Collage, con il suo formato proprietario .canvas.
Non avevo mai trovato, in questi anni, un utilizzo concreto al programma.
Il fomato .canvas invece era proprio quello che mi serviva per gestire il PMA-5 in tutte le sue sfumature, soprattutto per tutto ciò che riguarda la sua caratteristica relamente "magica", ovvero gli Styles Roland.

 

Dentro ce ne sono più di mille preconfezionati, ma il mio interesse è soprattutto per gli altrettanti user presets…utilizzando una qualsiasi frase midi multicanale (fino ad 8 battute), sarà possibile creare uno Style a partire da qualunque fonte (composizione propria o file midi commerciale).
Sarà il PMA-5 ad incaricarsi dell’andamento armonico delle voci al cambio di accordo (sono disponibili tutte le sfumature armoniche possibili), utilizzando di volta in volta i rivolti appropriati al caso specifico per non incorrere in quinte e ottave parallele (normalmente reputate degli errori nell’armonia "classica", da cui comunque discende anche il pop, sebbene in forma molto semplificata). Scaricando la mente dal controllo delle voci singole, e pensando solo per piani armonici, per sequenze di accordi, proprio come nella chitarra, ho finalmente capito cosa non andava in parte della mia musica….la mente non mi si è più "impigliata" nella tessitura dei singoli fili, ma ha mantenuto a fuoco la forma musicale tutta, come guardandola più da lontano, in modo distaccato, specialmente rispetto al singolo evento…volendo, poi, anche questo singolo evento, con il PMA-5, può essere controllato in tutte le sue caratteristiche, sganciandolo se si vuole dall’armonizzazione "obbligata" fornita dalla device.
Un altro utilizzo "magico" del PMA-5 è inoltre quello di loop machine: è infatti possibile caricarci dentro una infinità di loop midi  (drum machine, basso etc.) e utilizzare la comoda funzione automatica, che attende la fine del pattern in play per avviare il successivo, in modo da non rischiare mai di perdere la battuta in situazioni live. Ottimo per fare, ad esempio, la struttura ritmica in un trance party.

Restava solo da risolvere il problema del cavetto…è bastato un normale cavo usb2midi, reperibile facilmente su internet per pochi euro, e il PMA-5 è diventato una moderna device musicale usb: grazie ai due editors dedicati perfettamente funzionanti in XP (il PMA-5 coverter e Music Collage, in origine per Win 3.1), è stato possibile caricare, leggere e convertire qualunque file SMF, MID, .canvas, oltre ai sysex originali Sound Canvas, utili per la modalità "expander GS".

 

 

Categorie:Mobile Studio