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Archive for gennaio 2011

Sampling on LG Optimus Black

28 gennaio 2011 Lascia un commento

sampling on android
Volevo un telefono che mi consentisse di portare comodamente in tasca i miei programmi musicali per android,  ma senza mai perdere di vista il rapporto qualità/prezzo. 
Ultimamente ci sono davvero troppe novità tecnologiche, non è sufficiente scegliere seguendo l’impulso naturale verso il modello più carrozzato (e quindi più costoso).
Per l’utente in ricognizione prima dell’acquisto, perso in mezzo ad un oceano di prodotti, è necessario imparare a scegliere attentamente  in base a quelle che sono le sue reali necessità, all’utilizzo concreto che ne dovrà fare.
Nel mio caso, le caratteristiche importanti che dovevo mantenere sempre a fuoco erano già ben definite, ad esempio la tipologia di connettore audio: niente jack formati custom, oppure ultrafini da 2,5, ma piuttosto un bel ‘connettorone’ standard da 3,5, di quelli tipici da cuffiette…Questo per limitare al massimo il numero di cavetti da portare sempre dietro. E soprattutto, nello stesso connettore dell’otput stereo per la cuffia, anche un input microfonico: una tipologia di jack (a tre elementi, o rings) ormai diventata abbastanza standard per gli headset da cellulare.
Esteticamente, in verità, ero inizialmente più orientato verso il Motorola Backfilp, simile all’iPhone come forma, ma con in più una comoda tastiera a scomparsa.
Alla fine ho invece optato per LG Optimus, nella sua variante black: stesse caratteristiche del Backflip (stesso processore, versione di Android,  Ram etc.), ma senza tastiera a scomparsa (quindi più leggero e sottile, circa la metà).
A parità di caratteristiche, il punto di forza che mi ha fatto decidere è stato sicuramente il prezzo (il 30 % in meno). Poi, in seconda istanza, ho preferito l’Optimus anche per l’interfaccia utente: quella di Motorola, tutta giocata sull’azzurro e sul verde (come il tema Luna di XP), mi era venuta ormai a noia, almeno come stile…L’Optimus aveva  invece una interfaccia iOS oriented (sfondo nero con icone affiancate, molto essenziale), e mi ha fatto sentire subito a casa…
Con i soldi che ho risparmiato, ho acquistato tutto il software audio originale che ho trovato nell’ android market…in questo modo ho messo su rapidamente, senza inutili mezzucci, una device bell’e pronta per fare musica (Electrum, Uloops, RD3 etc. vedi: Android, mobile music capable?).
In seguito ho fatto per caso una scoperta molto interessante (almeno per me che non riesco mai a campionare agilmente quando sono in giro).
Spesso me ne vado in pelligrinaggio alle fiere dell’elettronica sparse nel centro Italia, e faccio tanti piccoli acquisti che poi dimentico.

adattatore inout audio LG GT540

Mi era capitato di comprare un piccolo cavetto (nella foto a fianco), con un connettore maschio da 3,5 standard, ma a tre rings invece dei due da cuffiette stereo  (proprio come il jack dell’iPhone), e dall’altro capo, invece, un connettore femmina da 3,5.
Ero convinto, quando l’ho comprato, che fosse specifico per iPhone, iPad etc… in seguito, poi, non ho più avuto la necessità concreta di provarlo sul campo: c’erano molti altri metodi disponibili su iOS per campionare, ad esempio dal connetore dock (con il Camera Connection Kit e varie schede audio usb).
Il piccolo cavetto era quindi finito nel fondo di una borsa,  e con il tempo non ricordavo nemmeno più di averlo acquistato.
Ieri, per caso, mi è venuta l’idea di provarlo nel mio nuovo LG Optimus Black, inserendolo nella sua presa headset da 3,5, e con sommo stupore, (Ooohhh!) sono riuscito a campionare da qualsiasi fonte sonora senza incorrere nella inevitabile distorsione, come sempre accade quando si tenta di campionare un segnale di tipo linea da un ingresso di tipo microfonico.

gt540 line input

Il miracolo in  realtà è riuscito grazie alla possibilità, su Android, di controllare il gain del segnale in entrata. Molte device, però, hanno anche l’AGC (Automatic Gain Control), e soprattutto questa funzione è sempre attiva via  hardware, e  non è disattivabile:  in questo modo si genera un forte rumore di fondo quando il segnale in ingresso si avvicina alla soglia dello zero. Quindi la possibilità di controllare il gain non basta, è necessario che non sia solamente automatica, ovvero che sia anche disattivabile, se richiesto. Ho avuto la fortuna (non prevista) che il mio LG Optimus permettesse senza difficoltà di disattivare l’AGC.  Grazie a Tapemachine (già recensito sulle pagine di MusicaMiniMax) ho potuto constatarlo subito in prima persona: dopo aver tolto la spunta per il controllo automatico del gain dalla schermata di configurazione dell’applicazione, grazie ad un comodo potenziometro ho potuto impostare il livello del segnale in ingresso fino alla soglia della distorsione. In questo modo sono riuscito ad ottenere una registrazione a 16 bit 44100 (mono) perfettamente fluida, senza nessun tipo di incertezza o scatto. Gli altri programmi audio disponibili attualmente per Android importano proprio questo  formato, quindi posso campionare l’uscita linea dalle altre devices mobili che ho e poi montare velocemente il materiale sonoro con Reloop, mettendo tutto a tempo: psp, iPod, iPad, WinMo 6.5, Palm … ma anche con il Kaossilator, o il DSlite … e se poi si rivelerà necessario rifinire il lavoro con il mio Mac, potrò sempre esportare il progetto come file midi, i singoli loop  in formato wav, e sarò subito pronto per il mixdown con tanto di effetti e automazioni!
   
Categorie:Android

Android: mobile music capable?

18 gennaio 2011 Lascia un commento

Dopo varie peripezie sono finalmente approdato sul pianeta Android.
Il sapore è quello tipico di Linux, magari in una delle sue tante e recenti edizioni per netbook, ma l’appeal grafico è sicuramente preso in prestito in modo molto evidente e sfacciato dall’Apple iOS.
C’è da dire che in realtà la prima release di Android veramente adatta ai moderni tablet sarà la prossima versione 3 (attualmente siamo alla 2.3).
Le versioni attualmente reperibili nei telefoni e nei tablet, che variano dalla 1.5 alla 2.3, offrono spesso un supporto multi touch molto limitato, permettendo l’utilizzo di due sole dita.
Ci sono anche delle eccezioni, come ad esempio il Galaxy Tab della Samsung, che però è abbastanza costoso se confrontato con gli economicissimi tablet sul mercato a soli 150 euro.
Alla fine mi sono deciso, ed ho acquistato un normale telefono LG, con processore a 600mhz, schermo full touch 480×320 da 3 pollici, hsdpa 7.2, macchina fotografica, gps, wifi, bluetooth, accelerometro, audio out con jack standard da 3,5, mini usb, slot microsd fino a 32 GB, Android 2.1.
Ho anche avuto modo di provare per alcuni giorni un tablet economico da 150 euro, 7 inch, processore 533, 256 ram, slot microsd, usb host, accelerometro, camera da 1,3 mpixel, wifi, ma con dentro un Android 1.6 difficilmente aggiornabile, e devo dire che almeno Uloops ha funzionato egregiamente, senza incertezze….comunque, adesso posso finalmente dire con cognizione di causa che Android è senza dubbio un sistema operativo da smanettoni (analogamente a Linux), ma almeno per quanto riguaerda il versante audio, ancora non ha espresso a pieno tutte le sue potenzialità.
Per prima cosa, non è realtime: la latenza è sempre particolarmente avvertibile.
Poi: raramente le applicazioni sono al contempo complesse e gradevoli (a parte forse Uloops, che è accettabile).
Si intravedono all’orizzonte grandi possibiltà, ma per ora si può solo ammirarle da lontano.
Riuscivo a fare musica anche con il vic 20, direi che un palmare moderno con un processore a 600mhz e un vero sistema oparativo dentro abbia quasi l’obbligo di dover bastare a tale compito.
Ed ora passiamo alle applicazioni attualmente disponibili per Android
Ho istallato tutto le apk audio related che ho trovato nell’Android Market (solo un paio di resi su una decina di programmi acquistati…).
Si spazia tra le diverse tipologie a cui ci siamo abituati in questi ultimi anni: soft synth a emulazione analogica, drum machine con campionamenti liberamente assegnabili, sequencer audio sulla falsa riga di Acid, oppure simili a Fruity Loops, quattro piste simili a quelli per  iPad/iPhone, sequencer midi per gestire i suoni del chip GM interno etc. etc
Solo qualche nome…

ULOOPSE’ il programma più completo tra quelli disponibili per android: è uno studio con soft synth, drum machine, effetti, traccie audio, loops, con una comunità molto attiva e molto materiale da cui partire. 
Un punto a sfavore di Uloops è sicuramente che il rendering finale del brano viene fatto online … ma è mai possibile? pago, lo compro, e non posso nemmeno disporne liberamente come voglio? E se non ho voglia di condividere online con il mondo quello che sto suonando in quel momento? Di per sé, l’applicazione, se non viene fatto il rendering del brano online, non permette un ascolto fluido della song su tutti i device con android: ad esempio con varie device LG, HTCSamsung la riproduzione della song in diretta è pessima….al termine di ogni loop c’è un click molto evidente e il loop successivo inizia sempre leggermente fuori tempo, con un effetto a singhiozzo veramente noioso. Non è una questione di potenza del processore: non funziona nemmeno sul Galaxy Tab!
Il meccanismo di impostazione della latenza, secondo gli sviluppatori, dovrebbe essere più che sufficiente per garantire un ascolto fluido della song…. in realtà, poi, per loro stessa ammisione (nelle pagine del forum dell’applicazione),  ho potuto scoprire che l’applicazione, per un corretto funzionamento su tutte le device (si parla circa del 50% delle device con android attualmente esistenti, se non di più), neccessiterà in futuro di un ulteriore aggiornamento (in futuro, ma gli autori non specificano quando nel loro intervento, anzi rimangono volutamente molto sul vago).
Successivamente, mi sono informato meglio sui termini della licenza, e ho scoperto che io ho pagato la cifra indicata nell’Android Market, ma Uloops Pro (malfunzionante) non l’ho acquistato affatto, la somma che ho ‘versato’ (7 Sterline e mezzo!)  è solo una subscription fee valida per sei mesi, al termine dei quali il programma, da versione Pro, tornerà impunemente al suo stato iniziale di versione Free, con tutte le conseguenti limitazioni….e nel sito dello sviluppatore, di tutto questo non se ne fa parola, nemmeno tra i termini e le condizioni della licenza (nel sito c’è una sezione specifica)… L’ho potuto scoprire solo grazie ad alcuni post nel forum dell’applicazione, e solo perchè alcuni utenti avevano chiesto spiegazioni dopo la scadenza della loro licenza al termine dei primi sei mesi. 
Lascio a voi le conclusioni, ma se proprio volete sapere come la penso io, è molto meglio accontentarsi della versione free! Oggi come oggi, i mezzi per fare musica in mobilità non mancano, e senza Uloops Pro non me ne resto di certo in silenzio in un angolo… e se poi penso a Nanostudio, che costa poco più di 10 euro, non vedo proprio il perchè dovrebbe essere giusto pagare quasi la stessa cifra per una subscription fee di sei mesi, e soprattutto per un software che, per buono che sia, non ‘sfiora’ nemmeno lontanamente la  qualità del gioiellino per iOS 

RD3

  

Bassline Analog con con drum machine annessa e mini sequencer dalle particolari funzioni randomiche…un Rebirth prima maniera, con anche il distorsore, ma senza il necessario delay, che ne gonfierebbe un po’ il suono (almeno quello ‘secco’ del bassline). Niente automazione dei parametri (cosa tragica, a mio avviso…rende praticamente inutilizzabile a fini seri l’applicazione).
L’interfaccia è comunque graziosa, gialla oro e smaccatamente retrò, RD3 esporta i suoi pattern e le sue song come wav, lasciando inoltre intravedere maggiori possibilità in futuro.

ELECTRUM DRUMApparentemente è una semplice drum machine a campioni.
Intanto c’è da dire che si può impostare una risoluzione di 1/32, si possono impostare ritmi dispari, tempi puntati etc.
Esplorando progressivamente l’interfaccia, si scoprono molte funzioni inizialmente nascoste. I vari sample possono essere sia one shot che loops, che verranno importati a tempo con il progetto: non è un vero timestretching, il tempo metronomico del loop viene ricavato dal titolo stesso del file, che quindi dovrà necessariamente riportare l’indicazione in bpm (es. 120_synth.wav).
Per quanto riguarda invece i sample one shot, potranno essere liberamente trasposti in +/- 12 step, ovvero semitoni (per creare semplici melodie).
I vari pattern possono essere concatenati in sequenze di 32 posizioni.
Una schermata addizionale, tipo MPC, permette di suonare i pad in multitouch (sono rilevate solo due dita).
E’ possibile esportare le proprie composizioni come wav e come file midi con campioni annessi, per ricreare il progetto su una DAW esterna senza incontrare troppe difficoltà. 

RELOOPReloop è l’equivalente di Acid su PC  e di Studio HD su iPad. Unica differenza sostanziale è che, come in tutti gli altri programmi per Android, non c’è Pitch Shifting nel Time Stretching (sembra uno scioglilingua), cioè quando i loops vengono messi a tempo, non conservano la loro tonalità originale. Perchè un campione conservi la propria intonazione originale, non deve esserne specificata nel titolo la velocita in bmp (come in Electrum Drum, con cui Reloop coopera perfettamente). Anche in questo caso i campioni one shot possono essere trasposti a step di semitoni, per creare melodie, e addirittura c’è il controllo della velocity per ogni singola nota.
I loops, come in Studio HD su iPad, quando vengono selezionati, mostrano degli indicatori mobili d’inizio e fine ripetizione. Un mixer globale permette di impostare il volume delle 10 piste disponibili (per un massimo di 8 tracce contemporanee). Anche in questo caso si può esportare in wav sia la porzione marcata come loop, che l’intera song.  

CADELI DRUM MACHINE

    

    
Interfaccia triste e bruttina, sono tentato di rifarla da me per non vedermela così brutta sotto agli occhi…l’applicazione è comunque completa, anche se abbastanza nello standard: una drum machine a campioni con una particolare funzione di arpeggio automatico, filtro risonante, editing della forma d’onda dei singoli campioni, randomizzazione dei parametri che permette un interessantissima variazione timbrica di uno stesso pattern.
Il sequencer con il comodo drag and drop dei pattern e come ormai nella norma per questo tipo di applicazioni in Android (Electrum, Reloop etc.), è possibile esportare le song e i singoli loop sia in formato wav che midi.

LOOPS!L’ennesimo sequencer a campioni, in questo caso inclusi in numero abbastanza generoso, senza però la possibilità  di caricare suoni customizzati. La particolarità di questa applicazione è quella di poter comporre loop a quattro voci (compresa la drum machine), controllabili tramite linguette in una stessa schermata. Questi loops potranno essere non solo concatenati tra di loro, ma anche mixati fino ad un numero di otto.
Il mixer consente la regolazione fine delle otto tracce più il master.
Il lavoro può essere esportato come wav.

J4T

Molto gradevole nell’interfaccia, un semplice quattro piste come ce ne sono molti per iOS. Le funzioni sono semplici e intuitive, è possibile regolare il volume in entrata e in uscita. La registrazione può essere esportata in formato wav.

TAPEMACHINE RECORDERUn editor audio con visualizzazione grafica dell’onda, possibilità di convertire il materiale registrato in vari formati, regolazione della sensibilità del mic in (gain), auto gain, zoom della forma d’onda, strumenti di base per l’ editing (copy, cut, paste).

BUDGERIGAR


 

Sequencer midi full fledged: 16 piste, 128 suoni GM (solo nei sistemi con chip sonoro integrato), piano roll, drag and copy delle singole battute, controllers (almeno quelli principali: volume, panorama etc.).
Export della song in formato midi (che però non può essere re-importato).

 SYNTHESIZER

      
Applicazione free di ottima fattura, si tratta di un sintetizzatore che si avvale del touch screen e dell’accelerometro come sistemi di controllo per la generazione sonora. Dalla pagina di editing dei parametri sarà possibile selezionare il tipo di scala, di oscillatore, di filtro, adsr, delay etc.
I preset verranno salvati su microsd, e sarà inoltre possibile programmare una sequenza (tramite un’ interfaccia piano roll)  lunga fino a 32 step.

Categorie:Android

Daigasso DX : finalmente è diventato Jam with the band !

8 gennaio 2011 Lascia un commento

Jam with the bandDaigasso Dx, già trattato precedentemente sulle pagine di MusicaMiniMax, mi ha sempre intrigato in modo sinistro.
La versione originale giapponese, tutta piena di ideogrammi, ha contribuito in modo consistente a questo alone di imponderabile (come del resto il significato delle etichette delle varie schermate).
Mi è capitato spesso di perdermi e di non riuscire più a trovare ciò che stavo cercando, proprio perchè le etichette non potevano aiutrarmi nell’orientamento.
Ho finalmente messo le mani sulla versione europea, Jam with the band, con tutte le sue belle etichette grafiche tradotte, e finalmente ho potuto svelare a pieno le moltissime funzioni del gioco che ancora non avevo individuato.
E’ principalmente un sequencer a 8 piste in un formato molto simile allo standard midi, ma che può essere utilizzato anche per:

  • fare il Karaoke
  • per giochi di abilità musicale/ritmica
  • come player di basi
  • come strumento live con touch screen
    (metodi di input delle note: tramite tastiera, chitarra, voce!)

Grazie ai molti tool che si trovano online (Degausser, BDX Tool, visitate lo Yasu website per registrare i vari tool) creati originariamente per Daigasso DX, è possibile gestire la raccolta di canzoni inclusa in Jam with the band, in tutte le sue sfumature (ci sono varie tipologie di brani, residenti nella rom in spazi di memoria diversi): addiritura i brani possono trasfomati in standard midi, oppure dal midi covertiti ed importati nel gioco (se nel formato giusto).
Inoltre, online è possibile trovare un mega pack zeppo di canzoni, continuamente aggiornato (attualmente alla versione 2, almeno credo), con migliaia di pezzi che potranno essere tranquillamente gestiti con i tool ricordati poco sopra…..finalmente anche musica occidentale nota a tutti, e non solo canzoni di gruppi giapponesi, completamente sconosciute nel resto del mondo…provate voi ad utilizzare il Karaoke in giapponese con un brano che non avete mai sentito!
Magari così Daigasso DX ha perso un po’ del suo alone misterioso, ma di  certo Jam with the band ha acquistato molto in usabilità, facendosi finalmente conoscere in tutte le sue funzioni.
Consigliato a tutti sia per divertirsi con la musica (da soli o con gli amici), che anche come pratico blocco note musicale da portare sempre dietro per fissare eventuali idee sonore al volo.

Categorie:Nintendo

ION URecord: la scheda audio usb per il mio iPad

7 gennaio 2011 2 commenti

ion urecord
Sono di solito abbastanza riluttante ad aggiornare il firmware delle mie iDevice.
Un esempio: il mio iPod Touch è sempre alla 2.2.1….non credo che lo aggiornerò mai, piuttosto ne ricompro un altro.
Aggiornandolo perderei la possibilità di utilizzare l’ audio input, che nel connettore dock  è ancora attivo per il firmware 2.xx (e non lo è più nel firmware 3), e quindi sarei costretto a buttare i fantastici accessori che ho trovato nel tempo (vedi questo post)  e che mi sono ormai indispensabili.
Anche il mio iPad avrà una sorte simile.
Già ho comprato il Line 6 Midi Mobilizer per il MIDI in/out, che per ora sostituisce egregiamente il coremidi disponibile nel firmware 4.2 (unico elemento appetibile dell’update alla 4.2, che però ha molti contro…)
Inoltre, poche settimane fa, per il mio compleanno, mi hanno finalmente regalato una scheda audio usb davvero adatta al camera connection kit dell’iPad, che dispone di una scarsissima alimentazione.
E’ eccezionale, nella sua essenzialità, sembra fatta apposta per essere alimentata in modo ultra-light: niente led inutili a far bella mostra di sé, ma invece un solido box metalizzato (stesso colore del macbook pro), con solamente i controlli essenziali: una manopola rotativa nel centro per il gain del segnale in entrata, e poco sopra il selettore Line/Phono….ovvero, con ION URecord è possibile attaccare un piatto direttamente all’ipad, e campionare così direttamente da vinile (oltre che, naturalmente, da qualsiasi altra fonte sonora di tipo linea, come l’ipod, i palmari, il korg ds-10 o il kaoss pad, la psp, il pma-5 etc etc.). L’ input audio stereo è possibile tramite due prese rca, per la modalità phono è stata aggiunta l’apposito connettore di terra per minimizzare le scariche statiche.
Registrando direttamente 32 bit floating point (ad esempio con Multitrack DAW), la dinamica è eccezionale, la resa incredibile. 
Con il firmware 3.2, bastano Circuitos, Activator e poco più per avere anche  il multitasking, senza per questo dover passare necessariamente alla 4.2: così si riesce ugualmente a ‘saltare’ da un synth all’altr0 e registrare tutto con MultitrackDAW  in background, switchando verso il recorder solo a performance terminata, per fermare la registrazione della traccia.
Il workflow per un ipotetico utilizzo musicale professionale dell’ iPad è così molto più razionale, e può essere davvero un metodo credibile per produrre musica di un certo livello e impatto (vedi ormai tanti esempi su youtube)
E rimanendo al firmware 3.2 si può comunque godere sia del midi, con il Line6 Mobilizer, che anche utilizzare l’ input audio usb con ION URECORD, per campionare qualsiasi fonte sonora a portata di jack (anche il vinile!).
Saranno solo le eventuali nuove applicazioni, magari non più disponibili per firmware 3.2, a costringermi al grande passo…ma probabilmente a quel punto mi sarò già comprato un iPad di nuova generazione…

Categorie:iOS devices